5, Febbraio, 2025

NUOVI ALLOGGI PER LA CASA DELLA CARITÁ

“Il libro della Genesi presenta l’uomo e la donna creati ad immagine e somiglianza di Dio; nell’accoglienza reciproca essi si riconoscono  fatti l’uno per l’altra” (Gen. 1, 24-31 e 2, 4b-25).
“Attraverso la procreazione l’uomo e la donna sono resi collaboratori di Dio nell’accogliere e trasmettere la vita. Trasmettendo ai loro figli la vita umana, l’uomo e la donna, come sposi e genitori cooperano in modo unico all’opera del Creatore” (Catechismo Chiesa Cattolica 372).
“La loro responsabilità, inoltre, si estende alla custodia del creato e alla crescita della famiglia umana. Nella tradizione biblica, la prospettiva della bellezza dell’amore umano, specchio di quello divino, si sviluppa soprattutto nel Cantico dei Cantici e nei profeti”. (Cap. I della 1ª parte, paragrafo 1 di: le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto della evangelizzazione – Instrumentum laboris) (Sinodo straordinario dei vescovi).
Le parole del libro della Genesi e la stessa predicazione di Gesù, vissuto in una famiglia a Nazareth, sono il fondamento dell’annuncio della Chiesa sulla famiglia.
Al primo posto l’attenzione pastorale alla evangelizzazione. La Chiesa non esiste per se stessa, ma per la gloria di Dio e la salvezza degli uomini, cui è chiamata a portare la gioia del Vangelo. Poi il taglio pastorale di questo sinodo richiama le parole di Giovanni XXIII nell’imminenza del concilio: “Tutto guardare in luce di ministero pastorale, cioè anime da salvare e da edificare”. “Non si tratta, insomma, di dibattere questioni dottrinali, quanto di comprendere come annunciare in maniera efficace il Vangelo della famiglia … (Bruno Forte). È l’intera Chiesa ad essere invitata a mettersi in ascolto dei problemi e delle attese che vivono oggi tante famiglie, manifestando ad esse vicinanza e proponendo loro in maniera credibile la misericordia di Dio e la bellezza di rispondere alla Sua chiamata. E tutto questo ad imitazione di Gesù che come Buon Samaritano si piega sulle ferite dell’umanità versandovi “l’olio della consolazione e il vino della speranza” (Prefazio Comune VIII). È questa speranza, da accendere o riaccendere, la prima motivazione di questo sinodo. Questa speranza da rimettere in circolo è Vangelo, cioè annuncio carico di gioia, notizia che fa rifiorire la vita. La sfida non è soprattutto come risolvere molteplici problemi che si presentano all’umanità intera ma raccontare e contagiare di bellezza e di gioia questa divina invenzione di Dio che è la famiglia. La sfida è rivolta al Magistero, ma anche a tantissimi laici, a tante famiglie, a tante coppie, chiamati tutti a rivedere l’amore di Cristo Sposo per la sua Sposa che è la Chiesa. Sarà su questo versante che si giocherà la verità dell’amore coniugale e della famiglia. Giù i padri del concilio vaticano II avevano affermato: “La famiglia è una scuola di umanità più ricca, in cui le diverse percezioni si incontrano e si aiutano vicendevolmente a raggiungere una saggezza umana più completa e comporre convenientemente diritti delle persone con le altre esigenze della vita sociale” (Gaudium et spes – 52). Le strategie pastorali, le varie iniziative anche geniali, avranno bisogno di un supporto indispensabile di vita di grazia, di preghiera, di contemplazione.
E questo non per sfuggire ai problemi, ma per poterli guardare con lo sguardo puro, perché misericordioso, di Gesù. Quanto più una Chiesa sarà unita nell’amore con il suo Sposo, tanto più troverà il cuore, le parole e lezioni amanti, così da fare desiderare Gesù, il Suo amore e la Sua gioia.
* Direttore Ufficio Pastorale della Famiglia della Diocesi di Imola

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