Non più schiavi, ma fratelli. Questo è il titolo del messaggio per la 48° Giornata mondiale della pace, la seconda di papa Francesco.
Ogni essere umano ha dentro il proprio cuore «un anelito insopprimibile alla fraternità», ed «è destinato a realizzarsi nel contesto di rapporti interpersonali ispirati a giustizia e carità»: la pace , tra le persone e tra le nazioni, c’è quando ciascuno riconosce nell’altro un fratello che ha pari dignità.
Questo grande bene della fraternità, che ogni uomo desidera, è il frutto della conversione a Cristo, «una nuova nascita che rigenera la fraternità quale vincolo fondante della vita familiare e basamento della vita sociale». Viceversa, «quando il peccato corrompe il cuore dell’uomo e lo allontana dal suo Creatore e dai suoi simili, questi ultimi non sono più percepiti come essere di pari dignità, come fratelli e sorelle in umanità, ma vengono visti come oggetti».
È quanto accade anche oggi: anche se la schiavitù è stata formalmente abolita nel mondo, essa presenta ancora molteplici volti: lavoratrici e lavoratori asserviti, migranti, persone costrette a prostituirsi, minori e adulti oggetto di traffico per l’espianto di organi, arruolati come soldati, per attività illegali…
La Chiesa non solo «si impegna costantemente nelle azioni di carattere caritativo», ma «ha il compito di mostrare a tutti il cammino verso la conversione, che induca a cambiare lo sguardo verso il prossimo, a riconoscere nell’altro, chiunque sia, un fratello e una sorella».
Il messaggio contiene indicazioni precise per gli Stati, le organizzazioni intergovernative, le imprese, le organizzazioni della società civile, chiamate ad un triplice impegno di prevenzione, protezione delle vittime e azioni giudiziari e verso i responsabili. Al tempo stesso, esso si rivolge «a tutti gli uomini e le donne di buona volontà», perché non voltino lo sguardo di fronte alle sofferenze dei loro fratelli.
Anche noi ci sentiamo interpellati rispetto alla nostra vita quotidiana, e con questo spirito il 1° Gennaio come Consulta Diocesana dei Laici promuoviamo a Imola la Marcia della Pace, con canti, preghiere ecumeniche e testimonianze di profughi presenti sul nostro territorio.
Vogliamo richiamare noi stessi e chiunque a questo appello di papa Francesco «a farci artefici di una globalizzazione della solidarietà e la fraternità, a operare gesti di fraternità nei confronti di coloro che sono tenuti in stato di asservimento», per ridare speranza a tanti esseri umani su cui pesa invece la globalizzazione dell’indifferenza.
Programma dell’ 1 gennaio
Imola: ore 16.15 partenza della Marcia della pace dalla Chiesa di Santo Spirito (via Pisacane); ore 16.50 in piazza Matteotti testimonianza e preghiere per la pace, saluto e benedizione alla città da parte del vescovo monsignor Tommaso Ghirelli; ore 17.30 nella cattedrale di San Cassiano messa episcopale.
Lugo: ore 18 sante messe nelle chiese della Collegiata, San Giacomo, San Francesco di Paola, San Gabriele e Carmine (al termine delle messe cortei per la piazza del Pavaglione); ore 19 nella piazza del Pavaglione momento unitario di preghiera,canti, colletta per i poveri, scambio della pace e auguri.