6, Febbraio, 2025

Il Convegno diocesano visto dalla segreteria

Ci sono: un comprovato ingegnere, un aspirante giurista e una futura educatrice. Sembra l’inizio di una delle più classiche barzellette della tradizione italiana, ma in realtà si tratta dei tre componenti della segreteria del Convegno ecclesiale diocesano “Accompagnare a Conoscere Gesù”: nell’ordine rispettivo Davide Trombettini, Nicolas Vacchi e Francesca Landi (nella foto: Vacchi e Landi al lavoro al Convegno).

Per loro, come per i moderatori, il Convegno è iniziato molto tempo prima rispetto alla data prefissata per il grande evento sull’iniziazione cristiana della Chiesa Imolese. Infatti, sono stati coinvolti da don Paolo Ravaglia, coordinatore del convegno, fra settembre e ottobre dell’anno appena trascorso, dunque sei mesi prima per gestire gli aspetti organizzativi, tecnici e pratici del rilevante raduno di febbraio.

Cosa possono avere in comune queste tre figure che per formazione, competenze e attitudini sono completamente diverse? All’apparenza nulla. Davide un genio della logistica del Seminario Vescovile, luogo destinato a ospitare l’intero Convegno, Nicolas un ottimo e formale segretario verbalizzatore e conoscitore della geografia dei vicariati, Francesca una precisissima e attenta redattrice di elenchi e altri materiali che da un back office si possono attendere.

In realtà, queste diverse competenze sono state utili alla Segreteria, che nella sua composizione, ha saputo gestire le varie fasi preparatorie del convegno: dalle prime riunioni con i moderatori, ai rapporti coi parroci, alla pubblicità e ai volantini da distribuire in tutta le aree della Diocesi, alle fotocopie ciclostilate in massa, alle email inoltrate a tutti i delegati (“quanto ha fatto tribolare quella casella di posta elettronica!” dicono Nicolas e Francesca), fino ad arrivare alle ultime battute, e quindi l’accoglienza di più di 400 persone presenti ad ascoltare la relazione di Fratel Enzo Biemmi e sapendo governare più di 300 delegati delle 108 parrocchie, suddivisi negli otto laboratori affidati alla cura dei 18 moderatori del comitato organizzatore.

Ci sarebbero, in così tanti mesi di lavoro, innumerevoli e simpatici aneddoti. Tutte le declinazioni con cui il nome di Nicolas veniva storpiato (Nicola, Nicolàs, Nicholas, e ragaz de Sest, e così via) oppure il nome di Francesca che è stato confuso con almeno altri quindici nomi propri; gli intercalari: dell’accomodante Davide “sì sì sì…” al convenzionalissimo “prego?” del composto Nicolas, al “povero cocco…” della premurosa educatrice del Carmine. I segretari sono stati definiti da Otello Sangiorgi (moderatore con Loreti) “i nostri angeli custodi!” e Gabriele Bertozzi (moderatore con Patrizia Franchini) ha detto: “nessuno se ne rende conto, ma voi avete fatto un lavoro incommensurabile”.  Ci sono tantissimi simpatici retroscena: calcolare i litri d’acqua in proporzione agli iscritti dei gruppi di lavoro è diventato un hobby per Francesca, più volte appellata “la precisina” come per Nicolas lo è stato includere la memoria del santo del giorno nei verbali del comitato, definito da don Paolo “il nostro arbiter elegantiarum”.

È simpatico raccontare tali retroscena, ma ben più importante è riportare alcune brevi testimonianze di quanto i segretari hanno detto, ripensando all’esperienza ecclesiale vissuta dalla loro singolare prospettiva.

Davide Trombettini della parrocchia di San Francesco in Torano ha espresso il suo personale grazie, unito a quello di tutti, “a don Natale Tomba, con cui mi sono occupato della logistica nelle varie sale del Seminario Diocesano, il quale ha accolto calorosamente così tanti partecipanti, sempre col sorriso.

Francesca Landi della parrocchia del Carmine aggiunge che “a conclusione del convegno, ripensando alla preparazione, credo che in questi mesi, il lavoro svolto dal Comitato Organizzativo e dalla sua segreteria sia stato preziosissimo. Abbiamo visto una Chiesa diocesana che cammina. Ringraziamo don Paolo che ci ha voluti in questo servizio ed ha condiviso con noi anche gli aspetti più tecnici e strettamente organizzativi che un Convegno può comportare

Infine è Nicolas Vacchi dell’unità pastorale di Sesto Imolese e Balìa che precisa: “Non sono sufficienti le battute di un’intera pagina di giornale per definire la complessità del lavoro pratico a cui siamo stati chiamati negli ultimi mesi, dunque lo risparmio ai lettori che spero possano immaginarselo. Il senso di quanto compiuto assieme a Don Paolo, Francesca e Davide non è quello di un ‘fare’ affannoso: abbiamo lavorato senza sosta, sacrificando tempo ai nostri impegni professionali e di studio, mettendo in campo le nostre diverse ma complementari competenze; i tutto, però, costantemente col sorriso, un sorriso che ci veniva dalla consapevolezza che questo era svolto a titolo di Servizio a Cristo e alla sua Chiesa.”

Pertanto, dicono i tre segetari “intendiamo dire grazie a tutti i partecipanti per averci consentito di svolgere questo servizio, mai perfetto e sempre perfettibile, ma svolto ugualmente e comunque col cuore: è stato per noi un modo bello per camminare assieme e vivere in maniera intensa questo momento di Chiesa”.

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