«Il parto con l’epidurale? Per me è meglio»

<<Il parto con l’epidurale? Per me è meglio»: lo dice Sonia Angeli, una delle prime mamme che ha partorito a Imola usufruendo del nuovo servizio messo a disposizione dall’Ausl (nella foto: mamma Sonia con il piccolo Alessio). Già mamma di un bimbo di poco più di tre anni «nato sempre a Imola con parto naturale», Sonia il 10 febbraio ha dato alla luce un altro maschietto dopo aver chiesto la puntura analgesica. Originaria di Imola ma oggi residente a Medicina, Sonia aveva sentito parlare di questa tecnica da alcune colleghe: «Lavoro a Bologna come impiegata e avevo sentito parlare dell’epidurale da alcune amiche che avevano partorito al Sant’Orsola e si erano trovate molto bene». Sonia però sapeva «che a Imola il servizio non c’era e comunque pensavo che essendo andata bene al primo parto sarei riuscita ad affrontare anche questa seconda esperienza. Venti giorni prima del parto però la madre del mio compagno mi dice di aver letto su un giornale locale che il servizio era stato attivato anche all’Ausl di Imola. Così, un po’ per curiosità un po’ perché poi non si sa mai, ho deciso di chiamare in ospedale per capire come funzionava». E per Sonia è stata una vera ancora di salvezza: «Il bello è che non devi decidere o chiedere nulla prima, però sai che c’è e per come è andato il mio parto devo dire che è stato davvero un servizio utile. Io sono arrivata in ospedale con le prime contrazioni la mattina del 9 febbraio ma le cose sono andate per le lunghe. La mattina del giorno successivo alle 8 ho chiesto all’ostetrica se potevano farmi l’epidurale. Anche il percorso del primo parto era stato piuttosto lungo ma questa volta le contrazioni erano molto forti e ravvicinate e dopo una giornata intera ero davvero stremata sia fisicamente che moralmente. Il medico prima ha valutato molto scrupolosamente tutta la mia situazione clinica, ha guardato gli esami e mi ha fatto qualche domanda. La puntura me l’hanno fatta alle 10: si tratta di una puntura sulla schiena, ma non fa male… o almeno io non ho sentito male. Prima che il mio bambino nascesse sono passate due ore in cui sia il medico sia l’anestesista mi monitoravano continuamente. In queste due ore mi sono davvero ripresa, sono quasi riuscita a chiudere un po’ gli occhi per riposarmi e sono arrivata più rilassata e forte per affrontare il momento conclusivo del parto». Perché anche con l’epidurale, assicura Sonia «ho sempre avuto la piena consapevolezza di quello che accadeva. Sia le contrazioni sia le spinte quando il mio bambino stava per uscire le sentivo, anche se in maniera più blanda di quello che accade naturalmente. Sono sempre stata partecipe, anzi forse un po’ più di quello che mi sarebbe riuscito senza epidurale, dal momento che sentendo meno dolore era più facile pensare al lato bello di quella che resta l’esperienza più straordinaria per una donna e che a breve avrei abbracciato il mio bambino». E dopo? Per Sonia nessun problema: «L’anestesista e il medico mi avevano detto che quando l’effetto dell’epidurale fosse passato avrei potuto sentire dei formicolii e mi sono stati molto vicino per sapere continuamente se mi sentivo bene o se avevo problemi ma io non ho sentito praticamente nulla e dopo alcune ore camminavo tranquillamente». Non sta bene chiederlo a una signora, ma a livello medico è un elemento significativo, quanti anni ha? Sonia sorride, parla volentieri della sua esperienza anche perché è sera e i suoi due cuccioli sono a letto: «Nessun problema… ho 39 anni». L’epidurale può essere richiesta dalle partorienti nel reparto di Ostetricia e ginecologia dell’Ausl di Imola dal lunedì al venerdì dalle donne il cui parto si avvii all’incirca entro le 14 per poter essere seguite in tutto il percorso dall’anestesista dedicato esclusivamente a questo servizio.

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