Tra poco passa il Giro… Ancora poche ore e la corsa rosa sarà a Imola. Tutto, in città, profuma di rosa. Non potrebbe essere altrimenti. Sui Tre monti è già festa. Sono solo le 10.30 del mattino. Il Giro arriverà non prima di cinque ore, ma l’atmosfera è magica. Il traffico è paragonabile a quello delle grandi città nelle ore di punta. Un via vai continuo di camion, camper e ciclisti che si improvvisano campioni, tifosi. La grande marea rosa sta pian piano colorando le salite che innalzarono Adorni nell’olimpo dei campioni del mondo nel lontano 1968.
Salgo in macchina, a velocità di crociera, per godermi ogni singolo metro, per respirare appieno il grande giorno di festa. Mi fermo in cima al Fiebano. Una signora è lì dalle 7. Mi mostra un cartello: “Il ciclismo è lo sport che unisce l’Italia e gli italiani. Grazie ragazzi. W il Giro. W Aru”. Scatto una foto, sorride contenta: «Non me lo sarei perso, questo spettacolo, per nulla al mondo». Come darle torto.
Oltrepasso il cartello dei meno 2km al gran premio della montagna. Ai bordi della strada gli organizzatori stanno transennando il percorso: aspettano migliaia di tifosi. Un inconfondibile profumo di tortellini al ragù e di piadina fritta permea l’aria. Il fan club di Alan Marangoni ha colpito di nuovo. Non posso non fermarmi. Mi accolgono come uno di loro. In cinque minuti ho già la tessera di socio onorario e ho dovuto assaggiare (sai che sforzo!), nell’ordine: gnocco fritto, frittata e salame fatto in casa. Ci sono anche gli amici di Davide Formolo, il gemellaggio piadina-Valpolicella è realtà. Bravo Marco Selleri! «Oggi tifiamo Formolino – assicurano i ragazzi del Fan Club – ma ieri Alan ormai “faceva il numero”. Fino ai 200 metri dall’arrivo ci abbiamo creduto». È vero, se avesse vinto a Forlì, Marangoni avrebbe compiuto un’impresa memorabile, ma, dopo 190 chilometri di fuga, le gambe lo hanno abbandonato proprio sul più bello. Peccato… Proseguo, ma per il pranzo ho già un invito! Come rifiutarlo.
Sul secondo strappo, è ancora Romagna. I tifosi di Malaguti e Belletti presidiano l’area. È un punto strategico. Da qui si vedono la salita e la discesa. Intonano Romagna e Sangiovese, incitano il ragazzino di turno che prova a emulare Pantani, ma va in crisi sulle pendenze dei Tre monti. Lo spingono, lui ringrazia gentilmente e passa oltre. E così anch’io. Il mio obiettivo è il Frassineto, dove Adorni staccò Van Looy e fuggì verso la gloria. È già una festa. La gente continua ad arrivare. Chi a piedi, chi in bici, chi in macchina. Il popolo rosa è ovunque, affolla le tribune naturali dei Tre monti. Non oso immaginare come sarà alle 15.30.
Scendo, l’autodromo mi aspetta. Il tempo, per ora, non fa scherzetti. Speriamo tenga. Tra poco passa il Giro. Comunque vada, Imola ha già vinto la sua scommessa.