Il periodo della quaresima, che torna puntualmente e si protrae dal mercoledì delle ceneri alla Settimana Santa, può venire scambiato per un richiamo tradizionale innocuo, mentre è decisivo e perfino drammatico.
Le conseguenze derivanti dall’averne approfittato o dall’averlo ignorato si manifesteranno progressivamente, ma anche nettamente e saranno irreversibili. In esso è quindi racchiuso un avvertimento da prendere
con tutta serietà, perché dopo sarà troppo tardi. Per raccomandare la partecipazione personale e comunitaria alla quaresima di quest’anno, non trovo di meglio che citare il messaggio composto da papa Francesco e invitare a leggerlo direttamente. Ripercorrendo la parabola del povero Lazzaro e del ricco gaudente, il Papa ti conduce a guardare in faccia la condizione di pericolo in cui viviamo quando ci lasciamo prendere dalla tirannia del denaro e misuriamo tutto in funzione di esso. Nel racconto evangelico, all’inizio si ha a che fare con un ricco che se la spassa, senza accorgersi neppure del mendicante che giace alla porta di casa sua. Successivamente, la situazione appare rovesciata: dopo la morte, è il ricco a mendicare un goccio d’acqua e a raccomandarsi non più soltanto per se stesso, ma anche per i propri fratelli,
riscoprendo – troppo tardi – il valore della solidarietà umana.
“Il vero problema del ricco – nota il Papa – è il non prestare ascolto alla Parola di Dio; questo lo ha portato a non amare più Dio e quindi a disprezzare il prossimo”. Si intuisce allora quanto sia grande la responsabilità di ciascuno di fronte a tale Parola: prenderla alla leggera, come anche trascurare di riferirla e spiegarla, fa correre un pericolo ben più grave di quello del terrorismo.
Nello stesso tempo, pensare che di qui a Pasqua le cose possono realmente cambiare, non per un momento ma anche per un futuro senza fine, è talmente
sconvolgente da causare le vertigini. Disponendoci ad iniziare l’itinerario quaresimale con il rito delle ceneri e il digiuno, mercoledì 1 marzo, prendiamo in mano la situazione globale. Anche una singola persona può incidere molto su di essa, ma evidentemente più saremo, più gli effetti sulla riforma della Chiesa e sulla stessa politica saranno consistenti. Seguiamo dunque l’esortazione di papa Francesco e sottoponiamoci anche a qualche privazione, per essere vicini a chi ne sopporta di ben più pesanti; mettiamo a disposizione di un’opera sociale il frutto di qualche risparmio. Come diocesi, raccoglieremo offerte per la Caritas la domenica 12 marzo.