5, Febbraio, 2025

Un libro salverà il mondo

Di fronte alla barbarie che i ripetuti attentati terroristici diffondono a ritmo continuo, il pensiero che “la bellezza salverà il mondo”, alleggerisce il senso di impotenza che si mescola all’ansia di non essere in grado di arginare il malessere di certi giovani. Come se l’espressione artistica, la capacità dell’uomo di rendere visibili i sentimenti più profondi, ci riparasse dalla loro improvvisa esplosione: schegge impazzite che colpiscono senza apparente motivo. Se il terrorista che ha seminato terrore sul ponte londinese fosse cresciuto con una cesta piena di libri, se avesse incontrato un adulto che si fosse preoccupato di dargli la possibilità di riconoscere l’odore di una pagina stampata o la bellezza dei colori e delle forme dell’illustrazione di una storia, forse non avrebbe impugnato un coltello, avrebbe trovato le modalità giuste per esprimere la rabbia, il risentimento per una società che lo ha abbandonato ai margini delle sue possibilità di crescita. Mettiamo in mano ai nostri giovani libri da leggere, da sfogliare, da tenere sul comodino, anche chiusi, ma pronti a parlare, a fare compagnia, a permettere loro di rivivere i senti- menti che racchiudono. Libri che suggeriscano le parole giuste per esprimere le proprie emozioni, le più nascoste nella ricerca di un’ identità in costruzione, essenziale per una maturazione adulta responsabile ed equilibrata. Un bambino che nasce deve poter avere questa possibilità, deve poter incontrare un adulto che gli faccia vivere tutti i giorni l’esperienza del racconto a voce alta, del libro in mezzo ai giochi, del libro strappato, ma anche sfogliato, per trasferire nel suo cuore e nella sua mente la forza delle parole scritte. Subito non ne capirà il senso, ma presto sentirà forte lo stimolo per ripeterle, per raccontare al mondo di sè, dei desideri che lo scuotono. Forse riuscirà a dare un nome alle paure che agitano i suoi pensieri e invadono la sua intimità, enormi dinosauri spesso invisibili agli adulti. Far crescere un bambino con un libro in mano, significa nel tempo dargli la possibilità di giocare con le parole, di provare egli stesso ad usarle e a cercarle nella propria testa, nel proprio cuore. Forse capirà la bellezza di saper prendere in mano i propri sentimenti e guardarli con occhi diversi per comprendere se stesso e gli altri, per dominare le pulsioni profonde che portano alla violenza. Non avrà timore di scoprirsi nelle debolezze inevitabili della crescita adolescenziale. La magia di una voce che racconta di un fiore, di un animale, di una strega, lo guiderà nella direzione giusta per entrare compiutamente nel mondo adulto. Un bimbo che cresce con le storie degli altri, forse imparerà nel tempo a costruire la propria, arginando le angosce, chiamandole per nome, dominando le reazioni spropositate. Da adulto forse non avrà bisogno di un coltello per scacciare i mostri che gli divorano il cuore e gli impediscono di trovare il coraggio per gridare il disagio di una crescita ai bordi dell’esistenza. Sarà protagonista della propria vita e non bersaglio di una esistenza sbagliata.
Doranna Montefusco Fuzzi

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