5, Febbraio, 2025

Per il lavoro servono giustizia e senso

Per generare un cambiamento nel mondo del lavoro i vescovi italiani, nel loro messaggio per il primo maggio, suggeriscono due parole: giustizia e senso. Dopo aver ricordato l’elevato tasso di disoccupazione, i milioni di persone a rischio di povertà, il difficile rapporto giovani e lavoro, i vescovi sottolineano ciò che è sotto gli occhi di tutti: la giustizia nel mondo del lavoro è resa difficile dalla finanziarizzazione dell’economia e dallo sfruttamento dei lavoratori a vantaggio del profitto. I vescovi ricordano poi un aspetto di cui poco si parla: il senso del lavoro. Forse pochi ne parlano perché il senso del lavoro si comprende quando è chiaro il senso della vita: a che scopo lavoriamo? A quali criteri e valori si ispira il nostro lavoro e il modo in cui lo svolgiamo? Ad esempio, il lavoro collocato fuori dal senso della vita porta a dare per scontato che la remunerazione economica rappresenti un elemento costitutivo del lavoro e spinge facilmente a ridurre il lavoro a “occupazione”, a “carriera” o a “sopportazione”. Fuori dal senso della vita non si comprende più la necessità della logica della gratuità nei rapporti economici, lavoro compreso. Senza gratuità il lavoro perde la sua dimensione di dono, passione, creatività e relazioni e ambienti di lavoro diventano rapidamente inabitabili. Fuori del senso della vita il lavoro diventa sfruttamento della natura, con tutte le conseguenze che la crisi socio ambientale sta mostrando, quando invece il lavoro è una forma di amore e di cura della casa comune. Fuori del senso della vita, il lavoro diventa forma di sfruttamento e oppressione. I cristiani, fin dai primi secoli, hanno mostrato che il loro amore a Gesù, il senso della vita, ha reso più giusto il lavoro e l’ha rinnovato rendendolo sempre più “libero, creativo, partecipativo e solidale” come afferma papa Francesco nella Evangelii Gaudium 192. È così urgente rimettere al centro dell’attenzione il rapporto lavoro e senso della vita, che anche la prossima settimana sociale dei cattolici italiani in ottobre a Cagliari affronterà questo tema. Prendere sul serio il lavoro, nella concretezza delle sue forme e nel senso umano che lo abita, è un investimento che ci permette di guadagnare, come singoli e come società, in dignità e inclusione, in gratuità, cura e libertà. Lasciamo che le domande circa la giustizia e il senso tocchino ciascuno di noi insieme a quanti, imprese, sindacati, politica, hanno a cuore il lavoro.

don Ottorino Rizzi

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