Non ce lo nascondiamo: la società in tutto l’Occidente cristiano sta perdendo rapidamente contatto con la Chiesa, il che implica per molte persone indebolimento della fede in Cristo e adesione acritica alle ideologie che ne rappresentano il surrogato. Questo fenomeno è avvertibile soprattutto a livello della fascia giovanile; ma anche quella degli adulti e degli anziani è attraversata da una crisi complessa, riconducibile al calo della fede, che si riflette anche sul piano politico ed economico. I sinodi dei vescovi convocati da papa Francesco in questi ultimi anni vanno considerati soste di riflessione della Chiesa, che nel suo “vertice” si interroga e si rimette alla sequela del suo Capo, Cristo, rinnovando l’atto di fede in lui: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente!” (Mt 16,16). Due sinodi, come è noto, sono stati dedicati rispettivamente ad analizzare e poi a “discernere, accompagnare e integrare” la fragilità della famiglia. Un terzo è in preparazione, sui giovani, la fede e il discernimento vocazionale. Esiste sempre il pericolo di cadere nella retorica e di limitarsi alle esortazioni, ma si deve dare atto ai pastori della Chiesa di aver posto la questione sul tappeto e di avere individuato le cose da fare. Mi auguro che ogni coscienza personale sia altrettanto vigile e intraprendente. Come tre anni fa in preparazione al sinodo sulla famiglia, è stato diffuso un questionario per sollecitare uno sforzo di analisi da parte di tutte le comunità ecclesiali e raccoglierne le istanze. Sulle base delle risposte che giungeranno alla Segreteria, verrà redatto l’instrumentum laboris da sottoporre alla discussione tra i vescovi designati a riflettere e decidere insieme al papa. Desidero sollecitare in particolare le comunità e i vari gruppi della Diocesi a stendere nel corso di questo mese le risposte al questionario, per poterle sintetizzare e spedire a Roma entro agosto. È un atto di collaborazione generosa quello che chiedo, invitando ad avere fiducia in un’iniziativa certo nuova, ma non strana, perché pienamente rispondente alla grande riforma avviata dal Concilio Vaticano II. Infatti sempre più abitualmente le decisioni nella Chiesa, a partire dal livello parrocchiale, vengono prese dopo avere consultato almeno una rappresentanza qualificata dei fedeli. Essendo saltata una riunione ordinaria del Consiglio Pastorale diocesano che doveva tenersi in giugno, penso di convocarne una straordinaria a fine agosto, per dare insieme uno sguardo alla sintesi delle risposte raccolte in tutta la diocesi, prima di inoltrarla alla Segreteria del Sinodo. Si potranno in quella sede apportare integrazioni, come anche tagli e correzioni. Non è difficile cogliere, nella continuità dei temi, lo sforzo che la Chiesa sta compiendo di fronte alla crisi di fede: la tematica dei giovani è connessa infatti con quella della famiglia, sia perché la fede viene testimoniata in primo luogo entro la famiglia, sia perché i giovani sono l’oggetto dell’impegno educativo, di cui è titolare la famiglia, sia perché si preparano a formare le nuove famiglie, sia infine perché in famiglia svolgono dei ruoli di crescente rilievo. Non sarebbe né giusto né realistico considerarli solo destinatari delle cure e delle responsabilità degli adulti. Anzi, l’intreccio delle relazioni tra generazioni richiede di essere più considerato e utilizzato, a vantaggio dei singoli membri come della famiglia tutta. Rispondere al questionario, per i cristiani di oggi diventa quindi il primo passo (anche se non il più importante) della riscoperta della fede.
Monsignor Tommaso Ghirelli