5, Febbraio, 2025

Dalla platea al palco

È una bella sensazione e al tempo stesso straniante ritrovarmi a cantare sul palco del teatro in cui, da spettatore, ho assistito a tanti concerti: non è la prima volta, ma – a questo punto della carriera – la prospettiva con cui affronto questo impegno è senz’altro diversa. Quando, tre anni fa, venni a conoscenza che a Lugo, la mia città di nascita, sarebbe stato proposto un festival di musica barocca, rimasi piacevolmente stupito. Da tempo pensavo che un teatro come il Rossini, seppur tardo settecentesco, potesse essere il luogo ideale, date le dimensioni, per la riproposta di un repertorio che, impiegando per la maggior parte un numero ridotto di esecutori, necessita di spazi raccolti. Dalla metà degli anni ’80 e per circa vent’anni, dopo che il teatro fu reso nuovamente fruibile dopo il restauro, venne avviato a Lugo un bel progetto di riscoperta di opere del XVIII e XIX secolo, sotto la direzione artistica di Antonio Taglioni. Occorrono ben meno dei cosiddetti sei gradi di separazione per collegare la mia esperienza a quelle stagioni: il mio maestro, per esempio, – il tenore William Matteuzzi -, vi cantò più volte, e nel 1999 fu rappresentato Artaserse di Johann Adolf Hasse, opera che presto canterò a Sydney. Il direttore al cembalo, in quell’occasione, era Rinaldo Alessandrini, che oggi è appunto l’artefice principale di Purtimiro. Ci possiamo ritenere fortunati che una figura così importante nel panorama musicale internazionale porti tra i migliori interpreti, strumentisti e cantanti, nella nostra città, per ben diciotto concerti, che spaziano da Monteverdi a Rossini (il quale chiaramente non è ascrivibile al periodo “barocco”, ma a Lugo non poteva mancare). Come l’anno passato, anche per questa terza edizione avrò l’onore di partecipare ad un concerto, intitolato “Diversi tipi d’amore” e consistente in una selezione di scene monteverdiane (domenica 7 ottobre); sarò al fianco di grandi cantanti, che, in molti casi, ho il piacere di dire anche amici. Se scorro il programma leggo tanti nomi di colleghi con cui più volte ho collaborato: farne un elenco sarebbe troppo lungo, e ciò testimonia la ricchezza della proposta di Purtimiro: sta a voi ora scoprire, a partire dal 27 settembre, quanti tesori più o meno nascosti abbia da offrire la musica che chiamiamo “barocca”.
Carlo Vistoli

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