6, Febbraio, 2025

Liberaci dal male

Cadendo pochi giorni prima del ricordo della Liberazione, quest’anno la Pasqua suggerisce un approccio particolare ad una importante e discussa ricorrenza civile. È comunemente riconosciuto che tutto il Paese, con tutta la sua popolazione, e non la parte vincente di una guerra civile associata ad un’occupazione straniera, fu liberato in quel 25 aprile del 1945. Non altrettanto riconosciuto è il contenuto della Liberazione, che si estende oltre la dimensione maggiormente percepita ed entra nelle coscienze degli italiani, nello spirito della Nazione. Desidero segnalarne almeno tre aspetti: l’accertamento della verità storica, la riconciliazione dei cittadini e la ricostruzione della convivenza civile. Il primo aspetto è l’accertamento della verità, dal momento che la storia si fa sui documenti. Essi vanno integrati e interpretati, non nascosti né manipolati, neanche per pietà. Il secondo passo, decisivo e più impegnativo, consiste nel riconoscere la propria parte di responsabilità nelle violenze che precedettero e in parte seguirono la Liberazione e poi tendere la mano all’avversario.
Il terzo passo consiste nel lavorare insieme per riparare, nella misura del possibile, i danni delle violenze e delle ingiustizie. La Costituzione della Repubblica Italiana, redatta e adottata a pochi anni dalla fine del conflitto, ha concretamente ricostruito l’unità nazionale. È stata quindi un comune, efficacissimo atto di riparazione. Aggiungerei una specificazione: è compito delle confessioni religiose pregare per le vittime di una parte come dell’altra. In effetti, i defunti vengono accomunati nelle preghiere di suffragio della Chiesa, perché tutti sono raggiunti dalla Misericordia, che è infinita. A questo proposito, mi è stato riferito che san Pio da Pietrelcina, ad una donna che gli chiedeva se faceva bene a pregare per gli esecutori di un eccidio, rispose: ” È urgente pregare, perché Dio vuole tutti con sé in paradiso”. Se è vero che violenza chiama violenza, è vero anche che il perdono ottiene perdono. Si può citare il vangelo secondo Matteo: “Se voi perdonerete agli altri, anche il Padre vostro perdonerà a voi” (Mt 6,14), precisando che Egli prende sempre l’iniziativa e solamente in seconda istanza pone la condizione di uniformarsi a Lui. Infatti Dio da parte sua ha già perdonato, perché Gesù Cristo nell’anno 30, alla vigilia della festa di Pasqua, ha versato il suo sangue per tutti. Adesso tocca a noi e non è mai troppo tardi né fuori luogo.

Tommaso Ghirelli – vescovo di Imola

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