6, Febbraio, 2025

Perché andrò a votare

Andrò a votare per dire sì al sogno che ha dato origine all’Unione Europea. Penso così di contribuire, nel mio piccolo, alla realizzazione dell’articolo 2 della costituzione per l’Europa: «L’Unione si fonda sui valori della dignità umana, libertà, democrazia, uguaglianza, stato di diritto e rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a una minoranza. Questi valori sono comuni agli stati membri in una società caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione, tolleranza, giustizia, solidarietà e parità tra donne e uomini». Andrò a votare perché desidero che il mio voto favorisca il cammino di crescita di quel progetto di integrazione tra persone e culture che l’Unione Europea ha cominciato a mettere in atto da decenni grazie alle sue radici cristiane e che è il dono originale che l’Unione può offrire al mondo intero. Andrò a votare perché non credo che nell’Unione tutto vada bene e che il disegno europeo sia già compiuto.
Andrò a votare perché vorrei sostenere quella politica europea che vuole prendere sul serio il tema delle migrazioni e sa fare equilibrio tra una immigrazione selvaggia e il rispetto e l’amore verso il prossimo; il tema delle identità da rispettare ma anche da aiutare affinché non siano chiuse, ma aperte e dialoganti; il tema del “popolo” visto come comunità di persone che condivide una stessa cultura, ma è chiamato a operare con altri popoli per il bene comune; il tema della democrazia e dei modi per concretizzarla; il tema dell’ambiente che si va degradando; il tema della vita sociale e in particolare del lavoro perché molti cittadini europei hanno l’impressione che l’economia e la finanza siano più interessate alla creazione di profitto che a quella di posti di lavoro. Andrò a votare perché non credo che la vera sfida per l’Europa sia tra europeisti e sovranisti, ma sia la lotta alla disaffezione, al risentimento e alla disillusione verso la politica; una disaffezione pericolosa perché potrebbe generare frammentazione e polarizzazione nel fragile sistema partitico europeo rendendo così più debole il lavoro iniziato. Andrò a votare dopo aver guardato alla storia politica dei candidati, ai loro valori di riferimento, alle scelte che hanno già fatto, alla loro capacità di custodire e incrementare una cultura europea, alla loro disponibilità a realizzare una “amicizia sociale” in cui le persone, attraverso l’incontro e il dialogo, possano offrire il contributo della propria esperienza per la soluzione di questioni che il tempo che viviamo e la vita comune pongono.

don Ottorino Rizzi

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