6, Febbraio, 2025

Da soli ma non soli

Il Coronavirus avanza verso Imola e il resto della Romagna non ancora assediata. Si moltiplicano precauzioni e implorazioni al Cielo. «Un’ conta un c…». È il commento lapidario e dal finale intuitivo recentemente inserito in un post dove si annunciavano iniziative di preghiera per implorare l’aiuto di Dio contro il morbo. «Te di’ pù tè q…» è la risposta più pertinente espressa nello stesso dialetto romagnolo e con un termine complementare a quello abbreviato nella frase precedente. Le storie toccanti che giungono dalla Lombardia parlano di un flagello che assume il suo volto più crudele portando a volte i colpiti a morire soli, perché spesso non c’è tempo di convocare i parenti, che non potranno vederli neppure defunti, perché le bare vengono chiuse immediatamente per inibire nuovi contagi. Poiché ciascuno è figlio dell’educazione che ha ricevuto (o non ricevuto) il pensiero si volge a una verità di fede che la Chiesa Cattolica custodisce con cura amorevole e che negli anni del catechismo viene (o veniva) insegnata con una definizione in apparenza un po’ mnemonica: Comunione dei Santi. Aprendo lo scrigno della formula appare tutta la sua bella e commovente verità: le persone che abbiamo conosciuto e amato (nonni, genitori, coniugi, figli, amici) e che ci hanno preceduto nella morte non sono scomparse o dissolte nel nulla, ma continuano ad amarci, pensarci, guardarci e intercedere per noi anche dopo, unite ai tanti uomini e donne che la Chiesa, riconoscendone la santità, ci indica come punti di riferimento sicuri. E ad essi si uniscono le molte persone che ciascuno di noi ha incontrato nella sua esistenza da cui è stato beneficato, aiutato e consolato. La santità è carnalmente parte dell’umanità di ciascuno, non uno sforzo di perfezionismo stoico in cui pochissimi riescono, e sempre parzialmente. Una verità bella e confortante, che non ci lascia mai soli, neanche nella solitudine, perché ci mette accanto persone, non teorie. E poiché la Vergine è la Regina degli intercessori, Il Nuovo Diario Messaggero ha deciso di offrire ai suoi lettori insieme ad un servizio di informazione che vogliamo sia sempre più accurato, attento e professionale, anche le immagini della Madonna venerate nel nostro territorio e che nel corso dei secoli sono state invocate a difesa di ogni flagello, accompagnate da un’antica preghiera di implorazione: Sub tuum praesidium confugimus, Sancta Dei Genitrix. E forse al commentatore sarcastico di cui sopra si potrebbe dare la stessa risposta fornita di recente ad un autorevolissimo personaggio, che ha un ruolo preminente nella vita imolese, il quale asseriva di non credere nel Paradiso: «Ma il Paradiso crede in Lei!». Coraggio, non siamo soli!

Andrea Ferri,
@dirnuovodiario

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