5, Febbraio, 2025

Il Viminale risponde alla Cei: le regole per chi vuole recarsi in chiesa

Possibile l'accesso solo se la chiesa è situata sul percorso per andare al lavoro o degli spostamenti per situazione di necessità. Matrimoni sì, ma solo con sposi e testimoni

È consentito ai fedeli uscire di casa, muniti di autocertificazione, per recarsi a pregare in chiesa? E per quanto concerne i matrimoni, è possibile celebrarli? E le celebrazioni della Settimana Santa?
Sono alcune tra le risposte che la Conferenza episcopale italiana ha a rivolto al Ministero dell’Interno che, nella serata di venerdì, ha risposto con una circolare.

Stanti le norme che prevedono la possibilità di tenere le chiese aperte per consentire la preghiera individuale e il divieto di celebrare messe in presenza di fedeli, come da disposizioni della Cei adottate dalla Diocesi di Imola, «è evidente che l’apertura delle chiese non può precludere alla preghiera dei fedeli».
Tuttavia la nota, redatta dalla Direzione centrale per gli Affari dei culti del Ministero, specifica le modalità da applicare: «È necessario – precisa la nota – che l’accesso alla chiesa avvenga solo in occasione di spostamenti determinati da comprovate esigenze lavorative, ovvero per situazione di necessità e che la chiesa sia situata lungo il percorso, di modo che, in caso di controllo da parte delle Forze di polizia, possa esibirsi la prescritta autocertificazione o rendere dichiarazione in ordine alla sussistenza di tali specifici motivi».
Le celebrazioni liturgiche non sono vietate, tuttavia possono svolgersi senza la partecipazione di popolo per evitare assembramenti, rammenta la nota.

Per quanto riguarda i matrimoni, la nota spiega come essi non siano vietati in sé: «Ove il rito si svolga alla sola presenza del celebrante, dei nubendi e dei testimoni – e siano rispettate le prescrizioni sulle distanze tra i partecipanti – esso non è da ritenersi tra le fattispecie inibite dall’emanazione delle norme in materia di contenimento dell’attuale diffusione epidemica di Covid-19».

Celebrazione dei riti della Settimana Santa

Una delle domande rivolte dalla Cei al Ministero riguardava la necessità che, per le celebrazioni della Settimana Santa, accanto al celebrante sia assicurata la partecipazione di un diacono, di chi serve all’altare, oltre che di un lettore, un cantore, un organista ed, eventualmente, due operatori per la trasmissione.
Tutti costoro, spiega il Ministero, «avranno un giustificato motivo per recarsi dalla propria abitazione alla sede ove si svolge la celebrazione e, ove coinvolti in controlli o verifiche da parte delle Forze di polizia, attraverso l’esibizione dell’autocertificazione o con dichiarazione» essendo il servizio liturgico assimilabile alle esigenze lavorative per le persone sopra riportate. «L’autocertificazione dovrà contenere il giorno e l’ora della celebrazione, oltre che l’indirizzo della chiesa ove la celebrazione si svolge» precisa il Ministero.
Per quanto riguarda le disposizioni specifiche per la Settimana Santa della Diocesi di Imola, fai click qui.

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