Cala il sipario sulla XXVIII Biennale del Muro Dipinto di Dozza che lascia in eredità, come da tradizione, nuove opere da scoprire tra le vie del borgo, a Toscanella e (per la prima volta) anche a Castel Guelfo.
Durante la settimana della Biennale, dal 13 al 19 settembre, sono andati in scena eventi, incontri, esperienze e scoperte. «Tanto pubblico, con centinaia di visitatori ogni giorno, opere prestigiose, un cartellone di eventi ricco e apprezzato e il coinvolgimento di tanti bambini e ragazzi – commenta Simonetta Mingazzini, presidente della Fondazione Dozza Città d’Arte -. La XXVIII Biennale è sicuramente la più ‘collettiva’ e partecipata del nuovo millennio. Il Muro Dipinto è sempre un momento corale ma quest’anno abbiamo trovato la collaborazione di ogni cittadino, impresa, ente, istituzione, associazione».
Le opere
Il ravennate Onorio Bravi ha portato le sue suggestioni mediterranee ed etniche a Dozza in via della Pace. A sua cura è anche l’installazione che ha preso forma a Castel Guelfo, prima incursione della Biennale nel comune bolognese.
Il riminese Vittorio D’Augusta ha impreziosito via de Amicis lungo la quale prenderanno forma anche le creazioni dell’argentina Ana Hillar, specializzata nel lavorare le terre, e della giapponese Takako Hirai, formata all’arte musiva a Ravenna.
Grelo (al secolo Lorenzo Gresleri, architetto bolognese) ha sviluppato la propria creazione negli spazi di via XX settembre a Dozza mentre il piemontese Fabio Petani ha sviluppato la sua inedita armonia di linee e colori a Toscanella di Dozza, con un’opera visibile lungo la via Emilia.
Il riminese Eron, tra i più dotati e virtuosi interpreti dell’arte figurativa e della pittura contemporanea internazionale, impreziosirà inoltre con un’opera civica in fase di sviluppo piazza Fontana a Dozza.