25, Aprile, 2025

«Maria, Regina della pace», il messaggio del vescovo Mosciatti per le Rogazioni

«In latino "rogare" vuol dire pregare, chiedere aiuto, protezione, liberazione dal male. È questo il senso delle Rogazioni»

«Maria, regina della Pace». Le solenni Rogazioni in onore della Beata Vergine del Piratello hanno preso il via con l’arrivo in cattedrale della venerata immagine, accompagnata dopo tre anni di assenza dalla processione con i fedeli (l’ultima era stata nel maggio 2019). Condividiamo il messaggio del vescovo della Diocesi di Imola, mons. Giovanni Mosciatti, in occasione dell’ingresso in città della Madonna.
Qui il programma completo delle Rogazioni a Imola
Qui il programma delle Rogazioni per la Madonna del Molino a Lugo

Carissimi, quest’anno le solenni Rogazioni in onore della Beata Vergine del Piratello ci chiedono una grande responsabilità. Sono tanti i motivi che ci spingono all’offerta della preghiera, della supplica che mendica salvezza, per noi e per tutti. È questo il senso delle “Rogazioni”. Nel latino rogare vuol dire pregare, chiedere aiuto, protezione, liberazione dal male.
1. Il conflitto che insanguina il cuore dell’Europa ci chiede una grande attenzione, perché per molto tempo subiremo le conseguenze di questa tragica vicenda bellica. Siamo con il papa e con tutti coloro che si stanno prodigando per fermare l’orrore di questa guerra. Siamo con il papa, che difende e proclama la pace. Ma quanto è fragile il desiderio della pace, se tale desiderio non diventa un compito, una responsabilità nel quotidiano, per ciascuno di noi. Nell’ora dell’angoscia e del tormento, dell’incertezza per la sorte dei nostri fratelli ucraini, desideriamo rinnovare la preghiera di Consacrazione richiesta dal Papa a tutta la Chiesa. Per l’intercessione della Vergine Maria, la “fontana vivace” di speranza, questo dolore ci riporti a Dio, ci cambi, ci faccia “vedere” che la riconciliazione e il perdono ci sono necessari come il pane, come l’aria.
2. Quest’anno poi abbiamo la grazia di vivere il Giubileo per i 750 anni della Dedicazione della Basilica-Cattedrale di Imola, dedicata a Dio onnipotente, in onore di San Cassiano martire. È una occasione straordinaria che ci ricorda l’immensa ricchezza della fede, dell’appartenenza alla Chiesa diocesana, della fedeltà perenne di Dio. La speranza è che in questo tempo, dopo la dura prova della pandemia possiamo gustare la gioia di ritrovarci e di poter vivere una reale ripresa della nostra vita, per poter sperimentare la gioia del vangelo e rafforzare maggiormente l’unità con il vescovo e con il papa, che la Chiesa cattedrale esprime, per un rinnovato slancio missionario. “La Chiesa è un edificio, per vari aspetti, sempre in costruzione, e i costruttori sono tutti i componenti, nessuno escluso, chiamati a cooperare unitariamente alla meravigliosa impresa” come disse san Giovanni Paolo II visitando la nostra Cattedrale il 9 maggio 1986. Il tempio di mattoni è il simbolo della Chiesa viva, delle “pietre vive” che sono i cristiani, sopra l’unico fondamento che è Gesù Cristo, la “pietra angolare”.
3. Inoltre quest’anno le Rogazioni ci trovano in cammino, verso una Chiesa sinodale, così come ci sollecita papa Francesco. Il Sinodo che abbiamo iniziato nell’ottobre scorso e che ci accompagnerà in questi anni è una occasione di incontro, ascolto e riflessione. Un tempo di grazia che, nella gioia del vangelo, ci permetta di incamminarci verso una Chiesa sinodale: un luogo aperto, dove tutti si sentano a casa e possano partecipare. Il Sinodo ci offre l’opportunità di diventare Chiesa dell’ascolto: di prenderci una pausa dai nostri ritmi, di arrestare le nostre ansie pastorali per fermarci ad ascoltare lo Spirito nell’adorazione e nella preghiera. Abbiamo l’opportunità di diventare una Chiesa della vicinanza, della compassione e della tenerezza.
4. E poi in questo tempo così drammatico siamo invitati a ravvivare la consapevolezza di essere chiamati a svolgere ognuno la propria missione nella comunità. Lo Spirito chiama anche oggi uomini e donne perché si mettano in cammino per andare incontro ai tanti che attendono di conoscere la bellezza, la bontà e la verità della fede cristiana. Sostenere questo percorso vuol dire anche arricchire la vita della comunità cristiana con il riconoscimento di ministeri laicali capaci di contribuire alla trasformazione della società attraverso la «penetrazione dei valori cristiani nel mondo sociale, politico ed economico» (Evangelii gaudium, 102). Fin dai suoi inizi la comunità cristiana ha sperimentato una diffusa forma di ministerialità che si è resa concreta nel servizio di uomini e donne i quali, obbedienti all’azione dello Spirito Santo, hanno dedicato la loro vita per l’edificazione della Chiesa.
O Maria, Madre di Dio e Madre nostra, in questi giorni ricorriamo a te. Tante volte abbiamo sperimentato la tua provvidente tenerezza, la tua presenza che riporta la pace, perché tu sempre ci guidi a Gesù, Principe della pace.
Giovanni Mosciatti, vescovo


 

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