Sono trascorsi tre mesi dall’inizio della guerra in Ucraina senza che si vedano aprirsi spiragli per un’auspicata tregua che possa poi essere prodromica all’avvio di un processo di pace.
Questo conflitto tocca aspetti valoriali ed emotivi in modo differente rispetto ad altri scontri recenti o attualmente presenti nel mondo.
Ciò avviene per una somma di fattori: appare evidente la lesione di un diritto, quale è l’invasione militare di uno stato sovrano; il soggetto aggressore, la Russia, ha un atteggiamento ostile anche verso i Paesi che manifestano l’intenzione di difendere l’Ucraina aprendo ad ipotesi di una tremenda escalation; la vicinanza del conflitto che coinvolge terre e popoli così simili fra loro e così simili a noi europei.
Sul fronte economico ci sono effetti che derivano direttamente dal venir meno o dall’aumento del costo di alcune prodotti e ce ne sono altri che discendono invece dai meccanismi sanzionatori messi in campo dall’Europa e dagli altri paesi per colpire la Russia.
Sul fronte delle sanzioni non tutti i settori sono colpiti allo stesso modo e anche all’interno di uno stesso settore l’interscambio commerciale con la Russia è differenziato fra distretti produttivi o fra aziende. Accanto ad un meccanismo sanzionatorio che non sia fatto a pioggia sarebbe importante attivare meccanismi compensativi all’interno del Paese e tra Paesi comunitari.
Il contesto in cui si è innestato il conflitto è uno scenario già caratterizzato da una profonda incertezza e dal timore sul futuro a breve termine. L’aumento dei costi energetici e delle materie prime e i timori di spinte inflazionistiche sul “carrello della spesa” si uniscono ad un rallentamento della crescita degli investimenti nei prossimi 12 mesi. È quanto emerge dalla consueta nota congiunturale recentemente prodotta dall’Ufficio studi di Confcooperative nazionale su dati di Febbraio 2022, in linea con le analisi di altri centri di ricerca. Questa è la fotografia, pur a fronte di risultati economici 2021 che sono stati molto positivi, come nel caso delle principali cooperative del territorio.
La Camera di Commercio di Bologna ha presentato a metà del mese di maggio l’analisi fatta insieme a Prometeia sull’andamento dell’Economia bolognese. Dopo una crescita del 6,5% dell’economia metropolitana nel 2021 la previsione per il 2022 è di un ulteriore +2,3%, ridotto di oltre un terzo rispetto alle stime di inizio anno .
Da ultimo una considerazione sul tema profughi. Anche qui abbiamo una percezione ed un comportamento diverso rispetto ad altre crisi economiche ed umanitarie, con una solidarietà che difficilmente si è ravvisata in passato.
I profughi Ucraini potrebbero presto fare ritorno nel loro paese, ma gli effetti della guerra (l’Ucraina era un grande esportatore di grano) potrebbero riverberarsi su altri contesti di crisi, come quello alimentare, in cui la pandemia, i costi energetici e gli effetti del cambiamento climatico, avevano già peggiorato la situazione a livello globale negli ultimi anni.
Il tema demografico e “l’inverno” delle nascite del nostro pezzo di mondo è un aspetto centrale per pensare allo sviluppo economico e alla sostenibilità sociale e democratica delle nostre comunità che, a torto, non è al centro dell’Agenda politica.
Luca Dal Pozzo,
presidente di Alleanza delle Cooperative di Imola