5, Febbraio, 2025

Parliamo di energia?

Forse più che parlarne sarebbe arrivato il momento di mettere in campo delle soluzioni che il mondo dell’impresa e in particolare dell’industria almeno da 4 mesi reclama. La situazione senza fare dell’inutile catastrofismo è davvero più che seria, e ripercorrendo i titoli della stampa e gli impegni politici visto che si avvicina la scadenza elettorale il cittadino si può fare un quadro alquanto confuso. Se guardiamo però a luglio 2021 l’autority Arera aveva già comunicato significativi aumenti del costo della Co2 emessa, in particolare del regime tariffario degli Ets. In pratica in un momento di rilancio dell’economia e con la necessità di recuperare il post covid da parte delle aziende i famosi certificati verdi stavano facendo crescere in modo esponenziale gli approvvigionamenti energetici. Ma era il 2021… e di sicuro dopo un anno abbondante credo che correttivi europei e nazionali potevano fare qualcosa per evitare almeno le speculazioni nelle piazze di contrattazione energetica; invece no ed oggi senza un governo che possa assumere decisioni straordinarie e con lo spettro di un autunno caldissimo sotto l’aspetto dei prezzi energetici, della disponibilità delle fonti energetiche stesse, di una inflazione che non si vedeva da 37 anni, di tassi bancari in aumento, di aziende che non potranno più far ripartire gli impianti con queste condizioni di prezzo energetico, con gli strascichi di una pandemia ancora tutta da decifrare nella sua evoluzione nei prossimi mesi e per chi oramai se ne fosse dimenticato con una guerra alle porte dell’Europa, parlare di speculazione mi sembra il minimo, ma poi ti danno del complottista! Passiamo alle proposte dai: il tetto europeo o in subordine nazionale credo non sia più procrastinabile, anche se l’Europa tentenna in settimana vedremo se la commissione europea lo inserirà oppure lo rimanderà; regolamentazione dell’acquisto degli Ets o certificati verdi; un piano contro la speculazione delle borse dell’energia; un piano in base alle riserve senza dover affrontare un lockdown energetico mi sembra il minimo; consumare meno è possibile? Forse nelle utenze private qualcosa si potrà fare, ma nelle aziende? Sì forse negli uffici, ma gli impianti? Ci sono imprenditori che non possono fermarli causa costi elevatissimi di riavvio. Quando poi anche il Presidente Matterella sprona l’Europa ad agire subito, ma oramai sono passati 10 giorni e risposte non ne arrivano, c’è da essere veramente preoccupati! E non abbiamo ancora parlato del gas russo che in tutto questo si da per certo il bivio; o le sanzioni o il gas! C’è davvero da farsi venire i brividi!

Marco Gasparri, Presidente Delegazione Imolese di Confindustria Emilia Area centro

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