5, Febbraio, 2025

Scuola, urge una novità

La riapertura delle scuole è sempre una occasione per riflettere sulla grande sfida educativa che non può mai considerarsi conclusa o definitivamente acquisita.
Ma l’inizio della scuola si colora quest’anno di tinte problematiche, accentuate da eventi nazionali e internazionali che rischiano di mettere in ombra le storie personali di bambini e ragazzi, generazioni fragili, che proprio per questo richiedono, invece, luce e chiarezza, più che in passato.
Dopo due anni di bufera pandemica l’attenzione di molti sembra concentrarsi quasi esclusivamente su progetti e riforme calati dall’alto, dettati da esperti che rischiano di non vedere adeguatamente la situazione e il reale bisogno educativo di una sempre più fragile generazione che sta per riempire le aule scolastiche.
In questo “cambiamento d’epoca” come ebbe a dire papa Francesco, è sempre più evidente che in tutti gli ambiti urge una novità, ma forse principalmente nella scuola.
E non si tratta solo di strutture da modernizzare, di maggiore efficienza organizzativa, di strumenti tecnologici di ultima generazione da mettere a disposizione di allievi e docenti.
La novità, l’innovazione, è una dimensione che appartiene all’educazione, che le è propria, in quanto essa consiste in una relazione tra persone e le persone non sono mai schematizzabili in uno schema pre-definito.
Ogni dinamica educativa possiede un carattere “drammatico” perché vive di una dinamica che è propria del rapporto tra persone, per cui non può esservi automatismo nei gesti e nelle parole.
L’atto educativo accade nel presente ed è chiamato ogni giorno ad essere un nuovo inizio.
È questa prospettiva a rendere l’insegnamento il lavoro più affascinante perché, come diceva Pavese “è bello vivere, perché vivere è cominciare, sempre, ad ogni istante”.
Come diviene affascinante entrare in classe con il desiderio di scoprire questa novità nell’incontro e nel dialogo con bambini e ragazzi che sono, più che in altre epoche, bisognosi di vedere adulti desiderosi di sorprendere qualcosa che rinnovi lo stupore di quella novità che ridesta il fascino dell’umano esistere.
Ecco la grande sfida di questo nuovo inizio.
A tutti i docenti è consegnato questo compito, ma agli Insegnanti di religione in modo particolare.
Anche in vista della nuova tappa del Cammino Sinodale pensiamo potrebbe essere utile tenere presente queste brevi e sintetiche osservazioni e farne occasione di dialogo (o di esperienze didattiche con i più piccoli) almeno nelle secondarie di primo e secondo grado.
Con l’auspicio che l’insegnamento sia per tutti occasione di un rinnovato e affascinante cammino.
Buon lavoro.
Don Pierpaolo Pasini, Direttore Ufficio Pastorale Scolastica Diocesi di Imola

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