Sono grato per questi quattro anni che il Signore mi ha concesso di trascorrere con voi al servizio della vostra comunità parrocchiale di Nostra Signora di Fatima.
Anni segnati dalla pandemia che non ci ha permesso di vederci frequentemente e in faccia, rendendo così più lungo il tempo della reciproca conoscenza, ma che comunque non ci ha impedito di sentirci uniti nella stessa esperienza umana e cristiana. Certamente avremmo potuto conoscerci e sostenerci di più a vicenda, ma dopo quattro anni mi è stato chiesto di prendermi carico di un’altra realtà parrocchiale (in verità di altre tre realtà: Casalfiumanese, Casalino, Mezzocolle).
Di fronte a questo, sorge inevitabile la domanda:
«Come fa un sacerdote a interrompere un percorso appena iniziato, per intraprenderne un altro da capo, come se venisse sballottato di qua e di là?».
La cosa più bella e pacificante che ho imparato e che sto imparando di più in questa circostanza, è che uno non è al servizio appena di un Vescovo che, per la grave carenza di sacerdoti, deve affrontare bisogni sempre più urgenti e complicati, e che perciò può disporre a suo piacimento di un sacerdote che gli ha promesso una disponibilità obbediente. Qui non si tratta appena di un servizio al Vescovo, ma di un servizio a Dio, perché è Lui che porta avanti la Sua Opera, la Chiesa; è Lui che si serve della nostra piccolezza, fragilità per costruire la Sua Grande Opera. Siamo tutti come una piccola tessera nelle Sue mani per il Suo grande mosaico. È Lui che ci colloca nel posto più giusto. Vale per il sacerdote, ma vale anche per ogni singolo battezzato. Ognuno è chiamato ad essere responsabile in prima persona, deve rispondere, dire il proprio sì, un sì per edificare la propria comunità.
È a questo che il Sinodo ci sta educando.
Ed è sempre più urgente che sia così. Anche se da luoghi diversi, quindi sosteniamoci per dire sempre e con decisione il nostro personale «sì».
Grazie di cuore a tutti;
a don Rodolfo con cui ho vissuto una reale e cordiale fraternità sacerdotale, sostenendomi e a tutti singolarmente, uno per uno.
Don Giuseppe Zanotti