5, Febbraio, 2025

Per passione, con passione

La mia brevissima esperienza lavorativa mi ha portato, a 22 anni, ad essere assunto nella redazione de Il Nuovo Diario Messaggero, dopo aver effettuato l’iscrizione all’albo professionale nel 2019. Al cospetto di colleghi esperti e sperimentati, definirmi giornalista è un parolone.
In qualsiasi ambito mi sono messo in gioco ho sempre pensato che non contano solo i titoli e gli attestati, ciò che conta davvero è con quale approccio si affronta tutto. E così, quando spesso mi chiedono che lavoro faccio e la risposta è «il giornalista», la reazione è sempre la stessa: faccia sbalordita e un secco «ma sei così giovane! Come mai hai scelto questo mestiere?». Già, come mai?
Fare parte della redazione di un settimanale locale e gestire una sezione specifica (nel mio caso lo sport) comporta responsabilità, senza dubbio. Eppure le pressioni che derivano dalla responsabilità sembrano lievi perché a farla da padrone sono le emozioni positive che scaturiscono da questo impegno: la voglia di conoscere e di farsi conoscere; il piacere di portare a casa dei lettori delle storie che facciano sorridere o magari anche commuovere, e allo stesso tempo la gratificazione nel percepire il pensiero dei protagonisti delle storie quando leggono l’articolo e ringraziano per quanto fatto. Queste emozioni (e sono solo alcune) fanno parte dell’aspetto più importante per me, quello a cui ho sempre affidato le mie decisione lavorative, e non solo: la passione.
La passione per questo mestiere nasce dalla continua voglia di migliorarsi, dalla curiosità, dalla sfida nel trattare temi delicati. Tutto questo mi porta ogni giorno ad affrontare gli impegni col sorriso sulle labbra. Perché, anche se sembra un eufemismo, per me questo lavoro è divertimento.
Raccontare storie ed eventi locali rende tutto ancora più intrigante, o se mi è concessa una ripetizione… divertente! Immedesimarsi nel personaggio o nella vicenda è spontaneo e questo permette di fare emergere nel migliore dei modi il sentire, sia del protagonista che i nostri. Perché un articolo senza il sentire del giornalista, è un articolo che non lascia nulla a nessuno, probabilmente nemmeno alla carta stampata.
Edoardo Messina


 

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