La nascita di Confcooperative Terre d’Emilia come fusione fra le associazioni di Bologna, Modena e Reggio Emilia costituisce un nuovo capitolo della rappresentanza cooperativa nel cuore dell’Emilia-Romagna. Segue di qualche mese l’integrazione fra i centri servizi che ha dato vita a B.More che già nel nome richiama la somma dei territori su cui opera e la potenzialità del “fare di più insieme”, avendo la capacità di effettuare investimenti in nuovi servizi che da soli sarebbero preclusi. All’origine della scelta di fondersi non ci sono infatti ragioni di sostenibilità economica ma l’idea di fare l’interesse delle cooperative associate e di interpretare una necessità del nostro tempo, che richiede di affrontare in modo nuovo il ruolo storico dell’associazione.
In questa prospettiva il progetto prevede di coniugare la maggiore forza che la rappresentanza comune conferisce al nuovo soggetto, con la presenza sul territorio, che vogliamo resti capillare.
L’impegno è continuare ad essere il luogo della rappresentanza delle cooperative imolesi, bolognesi, modenesi e reggiane, ma non solo, intendiamo consolidarci come realtà che si rivolge all’impresa sociale, alle entità del terzo settore e ad ogni impresa ispirata da principi di cooperazione per il bene delle persone e delle comunità.
Siamo più che mai convinti della modernità della cooperazione e dei percorsi collaborativi per rispondere insieme ai bisogni delle nostre comunità con la capacità di creare valore e di distribuirlo in modo più equo e duraturo sui territori.
I fenomeni cooperativi più recenti come le imprese recuperate dai lavoratori, le comunità energetiche e le cooperative di comunità sono un esempio, senza dimenticare il valore, non sempre traducibile in cifre, dei prodotti agroalimentari trasformati dalle cooperative, dei prodotti della distribuzione cooperativa e della ristorazione collettiva, di un credito erogato secondo principi di equità e sostenibilità, dei servizi sociali e alle imprese, di un lavoro che assegna il primato alla persona e si fa inclusione, di una presenza nelle piccole comunità che resistono e si rianimano grazie alla cooperazione.
Con generosità le tre realtà che hanno dato vita a Terre d’Emilia hanno creato un’integrazione alla pari, mettendo tutto in comune senza “pesare” l’apporto di ognuno. Questo ha generato fiducia e collaborazione. Come spiega l’economista Leonardo Becchetti “quando l’incontro tra fiducia e meritevolezza di fiducia funziona si genera superadditività, ovvero ciò che si realizza è superiore alla somma di quanto due persone avrebbero realizzato lavorando isolatamente”.
Accanto alla sfida organizzativa che stiamo intraprendendo ce n’è quindi una culturale, che è stata la prima al centro del percorso: quella che l’”io” e il “loro” fosse sostituito da un “noi” più grande.
Matteo Manzoni,
Direttore Confcooperative Terre d’Emilia