La Caritas diocesana ha appena lanciato il nuovo sito internet. Contatti e servizi offerti, ma anche news e storie di persone bisognose che nel corso degli anni sono state aiutate: al dominio www.caritasimola.it si può visionare questo e tanto altro.
E allora? «Dove sta la notizia?» si potrebbero domandare cittadini, utenti e professionisti dell’informazione. Si tratta, invece, di un passo importante almeno per due motivi. Nell’era tecnologica che stiamo vivendo non è pensabile che una realtà complessa e articolata – come d’altronde è la Caritas diocesana – si concepisca senza capacità comunicativa in senso stretto. Comunicati stampa, relazione con i giornalisti, pubblicazione di documenti, presenza sui social: l’attività capillare e di radicamento territoriale che porta avanti ormai da decenni va fatta conoscere a quante più persone possibili. Va comunicata, appunto.
Basti pensare alla ricchezza di spunti che si possono trovare nel bilancio sociale 2022 o nel Rapporto sulle povertà che tutti gli anni illustra lo stato dei bisogni sul nostro territorio.
Sono notizie di interesse pubblico, non circoscrivibili all’ambito strettamente ecclesiale, utili per i cittadini e le amministrazioni. In diocesi sono 16 i comuni (suddivisi in due province) entro cui si dipana la fitta rete delle Caritas parrocchiali, il dialogo con gli enti locali è di estrema importanza. C’è poi un secondo aspetto, importante tanto quanto quello appena citato. È il racconto – la parola “comunicazione” suonerebbe fuorviante ai più – di esperienze ecclesiali significative, avvenimenti di fronte ai quali le persone cambiano prospettiva, maturano una coscienza diversa. Sotto questo aspetto la carità è un ambito privilegiato entro cui ricercare queste storie. Le testimonianze dei due volontari nella pagina a fianco ne sono un esempio lampante. Certo, non si tratta di comunicazione istituzionale, non ci sono numeri né vengono evidenziati trend. C’è una vita. «Uno sguardo» dicono loro utilizzando il linguaggio Caritas. Uno sguardo, aggiungo io, in grado di cambiare il mondo.
Una volta una suora, a cui avevo telefonato per un articolo su un’opera di carità che aveva tutti i connotati giornalistici, mi rispose: «No guardi, io preferisco non parlare. La carità è silenziosa. “Quando tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra quel che fa la destra”». Devo dire la verità, mi spiazzò. La citazione dal Vangelo di Matteo per giustificare una non-risposta proprio non me l’aspettavo. A malincuore lasciai perdere. Oggi le direi che si sbagliava. La carità è sì silenziosa, ma il bene fatto non deve cadere nell’oblio. Può essere contagioso e il mondo ne ha troppo bisogno.
© RIPRODUZIONE RISERVATA