5, Febbraio, 2025

Il valore dei media

Si avvicinano importanti anniversari riguardanti il grande pontefice Benedetto XVI, da poco defunto: la nascita (16 aprile 1927), la nomina ad arcivescovo di Monaco (24 marzo 1977), l’elezione al soglio pontificio (19 aprile 2005). Per questo abbiamo deciso, nell’imminenza del convegno organizzato dall’Istituto superiore di scienze religiose Sant’Apollinare di Forlì il 23 marzo prossimo, di pubblicare un brano significativo di un suo messaggio del 24 gennaio 2006, rivolto agli operatori delle comunicazioni sociali, di grande pregio e incoraggiamento per chi opera in questo affascinante e difficile campo, non di rado chiamato a svolgerlo non solo in ambiti sociali fortemente permeati da ideologie anticristiane, ma anche da singolari idiosincrasie.
Per incoraggiare sia una presenza costruttiva che una percezione positiva dei media nella società, desidero sottolineare l’importanza dei tre punti, individuati dal mio venerabile predecessore Papa Giovanni Paolo II, indispensabili per un servizio finalizzato al bene comune: formazione, partecipazione e dialogo. La formazione ad un uso responsabile e critico dei media aiuta le persone a servirsene in maniera intelligente e appropriata.
L’impatto incisivo che i media elettronici in particolare esercitano nel generare un nuovo vocabolario e immagini, che introducono così facilmente nella società, non sono da sottovalutare. Proprio perché i media contemporanei configurano la cultura popolare, essi devono vincere qualsiasi tentazione di manipolare, soprattutto i giovani, cercando invece di educare e servire. In tal modo, i media potranno garantire la realizzazione di una società civile degna della persona umana, piuttosto che il suo disgregamento.
La partecipazione ai media nasce dalla loro stessa natura, come bene destinato a tutte le genti. In quanto servizio pubblico, la comunicazione sociale esige uno spirito di cooperazione e corresponsabilità, con una scrupolosa attenzione all’uso delle risorse pubbliche e all’adempimento delle cariche pubbliche, compreso il ricorso a norme di regolazione e ad altri provvedimenti o strutture designate a tal scopo.
Infine, i media devono approfittare e servirsi delle grandi opportunità che derivano loro dalla promozione del dialogo, dallo scambio di cultura, dall’espressione di solidarietà e dai vincoli di pace. In tal modo essi diventano risorse incisive e apprezzate per costruire una civiltà dell’amore, aspirazione di tutti i popoli.
Sono certo che seri sforzi per promuovere questi tre punti aiuteranno i media a svilupparsi come rete di comunicazione, comunione e cooperazione, aiutando uomini, donne e bambini a diventare più consapevoli della dignità della persona umana, più responsabili e più aperti agli altri, soprattutto ai membri della società più bisognosi e più deboli.
Concludendo, voglio ricordare le incoraggianti parole di San Paolo: Cristo è nostra pace. Colui che ha fatto dei due un popolo solo (cf. Ef. 2,14). Abbattiamo il muro di ostilità che ci divide e costruiamo la comunione dell’amore, secondo i progetti del Creatore, svelati attraverso Suo Figlio!

Benedetto XVI


 

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