Migliora la situazione occupazionale a Ravenna, ma ci sono alcuni problemi legati alla demografia e alla difficoltà di trovare professionalità e competenze. Secondo i dati Inps più recenti, l’occupazione nella provincia di Ravenna è cresciuta del 9,78% nel 2022 rispetto al 2021, con un totale di 72.579 nuovi contratti lavorativi. Nonostante questo risultato positivo, si sta verificando una preoccupante crescita del lavoro precario.
Sempre più lavoratori si trovano ad affrontare l’incertezza del futuro lavorativo, poiché solo il 9,08% dei contratti è a tempo indeterminato, mentre il 30,58% è a termine, il 4,14% in apprendistato, il 2,60% stagionale, il 9,47% in somministrazione e infine il 20,71% intermittente.
Torna a crescere l’occupazione, ma demografia e difficoltà di reperire professionalità e competenze generano anche in Romagna il “paradosso delle skills” ovvero una discrepanza tra le competenze che i lavoratori possiedono e quelle richieste dal mercato del lavoro. Diventa quindi urgente affrontare con politiche di sistema sul lato della formazione e orientamento al mercato del lavoro.
La Cisl Romagna ha condotto uno studio sui dati Excelsior per l’anno 2022 rilevando che il 44% delle assunzioni in Romagna è avvenuto in situazioni di difficile reperibilità del personale.
I settori più colpiti sono la manifattura, il comparto delle costruzioni e il settore turistico, dove la scarsa reperibilità si manifesta soprattutto per le figure professionali avanzate come gli specialisti in scienze matematiche e ingegneri, ma anche per le professioni tecniche e gli operai specializzati in meccanica e meccatronica.
Inoltre, l’analisi dei dati della banca dati Arter “skills intelligence” ha mostrato che le mansioni più richieste nel comparto meccanico sono quelle di operaio specializzato e di conduttore di impianto, con conoscenze richieste in “produzione e processi produttivi” e “ingegneria e tecnologia
Questa situazione evidenzia una vulnerabilità generata anche dall’invecchiamento della forza lavoro, su cui pende il drammatico scenario demografico che attende non solo la Romagna ma tutta Italia.
Si tenga conto che il 20% della forza lavoro nelle province romagnole appartiene alla coorte di età 55-64 anni, ovvero i lavoratori che saranno in età pensionabile nel 2030, il che rappresenta un ulteriore elemento di vulnerabilità per il ricambio nella forza lavoro. È necessario quindi un impegno coordinato tra le istituzioni e le organizzazioni del settore per creare politiche efficaci di formazione e orientamento al mercato del lavoro. Solo così si potranno colmare le lacune di competenze e promuovere un mercato del lavoro dinamico e sostenibile.
Francesco Marinelli,
segretario generale Cisl Romagna