«Camminiamo insieme». Poche, semplici parole. L’emozione evidente sul volto, come quella nei commossi sguardi della famiglia.
Sono le prime parole di don Riccardo Bacchilega, ordinato sacerdote oggi (25 novembre) dal vescovo mons. Giovanni Mosciatti, alla sua prima ordinazione sacerdotale. La prima dal 2016, quando il vescovo era mons. Tommaso Ghirelli, che don Bacchilega ha ringraziato poco prima di prendere la parola.
Chiunque fosse in cattedrale, piena di fedeli, è d’accordo: «È un grande giorno di festa per tutta la Diocesi di Imola». In San Cassiano erano presenti i sacerdoti della Diocesi che hanno festeggiato don Riccardo dopo avergli imposto le mani. Una cerimonia commovente, in cui don Riccardo ha confermato il suo sì. Un cammino iniziato molti anni fa: Riccardo, originario della parrocchia di Castelnuovo (Solarolo), era stato ordinato diacono l’8 maggio 2022 in occasione della Giornata mondiale delle vocazioni, dopo l’accolitato il 6 giugno dell’anno precedente e il lettorato a dicembre 2020. Classe ’86, nel settembre 2014 è entrato nella Comunità propedeutica residenziale di Faenza e nel 2016 nella comunità del Seminario Regionale Flaminio di Bologna, come ha ricordato il rettore del seminario don Fabio Gennai nel presentare don Riccardo al vescovo durante la celebrazione.
Tante le comunità in cui ha prestato servizio che hanno salutato don Riccardo: San Giacomo Maggiore in Lugo, San Giovanni Battista in Riolo Terme, Santo Spirito a Imola, l’unità pastorale di San Francesco, Nostra Signora di Fatima e Croce Coperta.
«Oltre alla vicinanza con Dio, con il clero, con il vescovo, essere sacerdoti ci invita a una vicinanza con il popolo – le parole del vescovo Mosciatti durante l’omelia -. Il posto di ogni sacerdote è tra la gente, in un rapporto di vicinanza con tutti. La missione è una passione per Gesù, ma al tempo stesso per il Suo popolo. Non si può capire l’identità del sacerdote senza l’appartenenza al santo popolo, è importantissimo vivere a stretto contatto con la vita reale per entrare in contatto con l’esistenza concreta degli altri. È una vicinanza che ci permette di proclamare la Grazia del Signore. Questo io ti auguro, carissimo Riccardo».
Al termine dell’ordinazione c’è spazio per un sorriso («uno scherzo da vescovo» usando le parole del vescovo Mosciatti): don Riccardo davanti al microfono, le sue prime parole da sacerdote. «Una grande gratitudine. Penso che se ci vuole una Chiesa per fare un sacerdote, ci vuole anche una Chiesa intera per tenerlo. Già da domani ho bisogno di voi: camminiamo insieme, per voi sono sacerdote e con voi voglio essere cristiano».
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