Quante volte per consuetudine il nostro settimanale a Imola viene chiamato Il Nuovo Diario e a Lugo Il Messaggero. Non lo si fa semplicemente per abbreviare un nome lungo, quanto piuttosto per richiamare quanto era in essere fino al 40 anni fa. Da un lato il settimanale fondato a Imola nel 1900, L’Eco, diventato Il Diario nel 1902 e Il Nuovo Diario nel 1945, subito dopo la fine della seconda guerra mondiale. Dall’altro Il Messaggero, sorto a Lugo nel 1921 in seno alla Collegiata. Nonostante le differenze tra le due testate, a cominciare dagli anni di fondazione e dai contesti sociali, entrambe erano animate dall’essere un giornale del territorio, nel territorio e per il territorio. Un comune obiettivo che è sempre stato chiaro e portato avanti con cura e passione da tutti i direttori che si sono succeduti. Col passare degli anni si fa sempre più forte l’esigenza di unire queste due esperienze, un percorso che culminerà con la nascita de Il Nuovo Diario Messaggero sotto la direzione di don Francesco Giacometti. Il 21 aprile 1984 sarà la data di uscita del primo numero del settimanale diocesano con il nuovo nome. Un processo di unificazione di cui si parlava già da vari decenni.
In quella occasione don Giacometti pubblica una lettera in cui espone i motivi che hanno condotto a una tale decisione: «È sempre una sofferenza vedersi portare via ciò che è stato patrimonio di decenni; lo è anche in questo caso – si legge nella lettera -. Assicuro però che non si vuole ammainare alcuna bandiera, ma nella continuità e nella fedeltà ai principi e agli ideali di quanti hanno sostenuto finora il nostro settimanale, si intende camminare, sia pure a passi lenti, senza però lasciare nulla di intentato, nella linea del rinnovamento e dell’aggiornamento».
Nel numero del nostro settimanale in edicola trovate uno speciale dedicato ai 40 anni dell’unificazione tra Il Nuovo Diario di Imola e Il Messaggero di Lugo, impreziosito dalla prima pagina del primo numero che riportava la testata Il Nuovo Diario Messaggero, la riflessione sull’argomento dell’allora vescovo monsignor Luigi Dardani e le testimonianze di chi ha vissuto questo passo: Marco Visani, Franco Ricci e Raffaele Clò
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