2, Aprile, 2025

Una goccia demolisce la roccia

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Il giudizio politico che si deve trarre dopo l’esito delle elezioni regionali con il suo 46% di votanti è uno solo: la sinistra esulta perché ha vinto, la destra ha perso ma non si arrende, gli elettori si sono rotti le scatole di dare fiducia ad una classe politica incapace di una proposta che vada oltre il mantenimento del potere. Ma qualcosa dovremmo avere imparato da questo turno elettorale.
La candidata del centrodestra Elena Ugolini, non è un episodio casuale, quasi irrilevante, già da archiviare, come pensano molti e tra questi anche alleati politici. Pur sconfitta, la signora ha pubblicamente di-chiarato che non mollerà l’avven-tura politica intrapresa. La que-stione tutt’altro che irrilevante è che il suo temerario tentativo arriva sull’onda di molti analoghi tentativi meno noti. Non c’è solo l’archetipo unico, dicono irripetibile, di Guaz-zaloca a Bologna (1999-2004). Molti “episodi” minori, dimenticati, hanno generato un’onda che cresce, lenta, ma inesorabile. Tantissimi comuni, forse la maggioranza in Emilia Romagna, oggi sono guidati da amministrazioni civiche o non di sinistra. Il partitone storico, dal Pci ieri al Pd di oggi, quasi un para-dosso, comanda laddove c’è più “borghesia”, è un dato incon-testabile basta leggere con at-tenzione i numeri della recente tornata elettorale.
Nel 2009, partendo dal “basso”, dalla gente, Alessandro Rondoni a Forlì storica roccaforte “progres-sista” (mai capito questa termi-nologia associata alla sinistra) arrivò, prima volta nella storia locale, al ballottaggio. Sorpresa e applausi, seguiti da immediato apparente oblio. Dieci anni dopo, Forlì è guidata, e ora anche per la seconda volta, da un sindaco non di sinistra. È proprio vero che una goccia scava la pietra, anche quella più dura. C’è un’onda, se non ce ne siamo accorti; prima o poi emergerà qualcuno che saprà cavalcarla al meglio. È però opportuno prendere atto che solo se si amministra si impara e la “classe dirigente” in politica si forma soprattutto sul campo. La sinistra, occupando da sempre tutti gli spazi in Emilia Romagna (Imola non fa eccezione), una “classe dirigente” in qualche modo ce l’ha, che poi sia anche competente è altra questione. Diventare competenti è più difficile per i competitori all’opposizione che nulla avevano da gestire almeno fino a pochi anni fa. Ora, anche questi cominciano ad imparare e stanno amministrando bene; dare un’occhiata a tanti comuni amministrati da sindaci non allineati con il Pd. Presto o tardi, nel tempo cesserà il ricorrente pre-giudizio sulla poca credibilità e competenza delle alternative elettorali alla ostentata superiorità della sinistra. Certo, a condizione che non si ripetano gli errori storici compiuti da Berlusconi tanto per esemplificare: non premiare e non promuovere chi sa fare, chi ha imparato, ad esempio dalla citata straordinaria esperienza di Guaz-zaloca a Bologna. L’unico che fece carriera di quella stagione fu Galletti, fedele amico di Casini. Purtroppo l’amico Gian Luca, stimato a Bologna, non ebbe il coraggio di lanciarsi a guidare quel-l'”onda” alternativa alla sinistra bolognese.
I festeggianti di oggi che hanno vinto le elezioni, è bene che non scordino che stanno ballando su qualcosa che assomiglia al Titanic che affonda: basta girare ovunque, per accorgersi che ogni dieci cani da compagnia a passeggio, ci sono uno o al massimo due carrozzine con neonati. L’inverno demografico è già realtà per tutte quelle imprese che non trovano più lavoratori. Una sanità al collasso, un territorio disastrato, infrastrutture obsolete, una burocrazia imperante. Quanto al “rompere vecchi schemi”, o al guardare più lontano, chi ha più coraggio? Chi intende rischiare una proposta di novità con Elena o chi si accontenta di questo traballante presente “sdraiato” con Michele?
Cavalcare l’onda, imparare da chi oggi è riuscito a strappare le amministrazioni alla sinistra egemone, non scordare mai che anche la roccia più dura viene demolita da una goccia. Sarebbe tempo di provare con chi ne ha voglia ed essere goccia.
Ringrazio l’amico Gianni Varani che mi ha suggerito queste note.
Alessandro Mirri


 

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