24, Aprile, 2025

Manuel Pirazzini, da Imola alla nazionale italiana di jiu jitsu. «La vera star del nostro sport è la tecnica»

L'atleta dell'Unione sportiva imolese lotta sta ottenendo risultati sempre più prestigiosi nella sua disciplina

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a Imola fino al Kazakistan, alla scoperta del jiu jitsu grazie a Manuel Pirazzini. L’atleta dell’Unione sportiva imolese lotta sta ottenendo risultati sempre più prestigiosi nella sua disciplina. Non a caso, infatti, ha partecipato con la maglia azzurra agli incontri di qualificazione del campionato Aiga World Championship ad Astana nel weekend del 7 e 8 dicembre.
«Pratico jiu jitsu da sei anni circa – fa sapere Pirazzini -. Ho sempre simpatizzato per gli sport di combattimento anche da bambino e, quando ho scoperto che c’era un corso a Imola, mi era sembrato giusto provarci. Poi però mi sono innamorato dell’ambito della lotta a terra. Quello che mi ha affascinato di più del jiu jitsu è la logica e la schematicità che ci si può applicare. Di certo richiede una buona componente fisica, ma la vera star del nostro sport è la tecnica, letteralmente infinita se si pensa alle centinaia di mosse e contromosse che ci sono da ogni posizione e le altrettante piccole varianti di esse. Il più delle volte si riduce a una specie di “partita a scacchi” tra i due avversari, in cui si cerca di vincere mettendo l’altro in dilemmi sempre più complicati e svantaggiosi».

Uno sport, uno stile di vita
«È uno sport che richiede molto tempo. Prima di gare importanti mi alleno 4-5 ore al giorno, più altre 2-3 ore di studio del match. Non è sicuramente necessario dedicarsi così tanto se non si mira al professionismo. Personalmente non mi pesa, ma capisco che per molti possa essere troppo, io ho cercato di restringere la mia cerchia privata il più possibile, fino a ritrovarmi solo con persone che accettano questo stile di vita. Tra i momenti più belli di questo percorso, non posso che mettere quando ho realizzato che un mio gruppetto di allievi ha iniziato a distinguersi per bravura tecnica. Inoltre, ricorderò per sempre quando ho chiuso la stagione da cintura blu da imbattuto e ho iniziato a realizzare che avrei dovuto provare a fare del jiu jitsu un lavoro e, ovviamente, la recente vittoria agli europei che ha coronato una serie infinita di sacrifici. La medaglia che custodisco più gelosamente è proprio l’oro all’ultimo campionato europeo, perché è frutto di quasi due anni di pura ossessione, senza contare l’enorme investimento economico che ho fatto per andare ad allenarmi all’estero due mesi per preparami al meglio. Inoltre, questa medaglia potrà ricordare a me e a tutti italiani che provano a vivere di questo sport che anche all’estero sono tutti umani e che con la giusta preparazione si può battere chiunque».

Un’esperienza unica
«I Mondiali in Kazakistan sono stati sicuramente la gara di più alto rilievo a cui abbia mai partecipato, un’esperienza indimenticabile – conclude Pirazzini -. Nel primo match abbiamo lottato contro il team favorito e nessuno di noi italiani è riuscito ad avere la meglio. Soltanto io sono riuscito ad arrivare al secondo round della contesa contro, tra l’altro, uno dei lottatori più forti della squadra avversaria, ma alla seconda ripresa mi sono dovuto arrendere. Molto amaro in bocca al termine del match perché ho avuto un paio di occasioni enormi per trionfare. Nella seconda sfida contro i brasiliani, invece, siamo riusciti a vincere la contesa a squadre portandoci a casa quattro incontri su sette. Una vittoria che significa molto e che sicuramente segna l’Italia sulla mappa del jiu jitsu mondiale».


© Riproduzione riservata

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