Seguendo la stella, Dozza e la tradizione dei Re Magi – Foto

Per le vie del paese la 35ª edizione dell'iniziativa


Una tradizione immancabile per la comunità di Dozza e Toscanella. Il 6 gennaio, per celebrare l’Epifania, si è svolta la tradizionale rappresentazione dell’adorazione dei Magi, giunta alla 35ª edizione. 
La manifestazione, organizzata dalle parrocchie del paese e dal Circolo Sabbioso, ha preso il via con il corteo partito dalla chiesa di San Lorenzo e, passando accanto alla rocca, ha attraversato il borgo, conducendo i partecipanti fino a piazza Zotti. Lungo il percorso sono stati messi in scena gli episodi evangelici riguardanti la Natività e l’inizio della vita di Gesù. All’evento ha preso parte anche il vescovo della Diocesi di Imola, mons. Giovanni Mosciatti.

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Una manifestazione storica
Come detto, il corteo dei Re Magi a Dozza è una tradizione che risale a più di 30 anni fa. Una tradizione nata dalle persone. «Erano gli anni in cui nei media era in atto una progressiva sostituzione di Gesù Bambino con Babbo Natale. Così anche per la Befana, enfatizzata a scopo commerciale, a scapito dell’Epifania e dei Re Magi con l’accettazione indifferente delle parrocchie» sottolineavano gli organizzatori nel primo pannello della mostra realizzata anni fa per la 30esima edizione. Allora, su iniziativa di alcuni volontari e delle Parrocchie, è nata l’idea di spiegare la storia dei Re Magi ai bambini in un modo diverso. Pian piano si sono cuciti i costumi, i parroci di Dozza, Toscanella e San Lorenzo si sono trovati d’accordo, così la comunità e il Comune ha dato il suo contributo per la manifestazione.
Tra le persone in prima linea per la nascita dell’iniziativa impossibile non ricordare don Lindo Contoli, Francesco Cesari e Tea Mirri (come ricorda il murale inaugurato nel 2019 in vicolo Campeggi). Con il tempo a fianco del significato religioso, evidente in tutta la giornata, il gesto ha assunto anche una rilevanza sociale. «Per molte persone è una forma di catechesi sul Natale, adatta soprattutto per i bambini perché posta con il gioco – ricordava don Lindo in un’intervista del 2021 -. Dal punto di vista educativo è il migliore strumento di cui disponiamo noi parroci: mentre i bambini imparano la recita sono con l’anima e con lo spirito nell’avvenimento originario». Accanto ai più piccoli c’è poi stato un paese che ha subito abbracciato l’idea: «Perfino i membri della banda di Dozza, che inizialmente non c’entravano, hanno cominciato a partecipare in prima persona. Oggi partecipa l’intera banda in divisa».


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