Il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica e il ministero della Cultura bocciano il progetto Parco eolico Emilia presentato dalla società Emilia Prime di Grottaglie, che prevedeva la realizzazione di nove pale fra i comuni di Castel del Rio, Casalfiumanese e Monterenzio, e della stazione elettrica di trasformazione in quello di Castel San Pietro.
Il decreto recepisce i giudizi negativi già espressi, fra gli altri, dall’Ente di gestione per i parchi e biodiversità Romagna (15 maggio 2024) e dalla Regione Emilia-Romagna (23 luglio 2024), rilevando come il progetto interferisca, per quello che riguarda il nostro territorio, con le due Zpc-Zone di protezione speciale “Vena del gesso romagnola” e “Media Valle del Sillaro”.
Da parte sua, viale Aldo Moro motivava il proprio stop a fronte di «numerose problematiche emerse dall’esame della documentazione» e di «possibili effetti ambientali rispetto ai quali non sono individuate adeguate forme di compensazione e mitigazione».
Sono al vaglio dei ministeri altri tre progetti che riguardano la vallata: il Parco Emilie, della società Emilie Wind, include nove pale di 194,5 metri situate nel territorio di Casalfiumanese, il progetto Lion Stone che prevede sette turbine da collocare a Monterenzio, mentre il Parco Monte La Fine e Monte Pratolungo punta a installare tredici pale lungo i crinali tra Castel del Rio e Firenzuola.
I commenti
«Questo primo atto va nella direzione di quanto come territorio abbiamo sempre affermato: per la loro vocazione turistica e per le caratteristiche paesaggistiche e agricole, i comuni del Circondario imolese non si prestano ad ospitare impianti di tale impatto – commentano Beatrice Poli, prima cittadina di Casalfiumanese e vicesegretaria della federazione imolese del Partito democratico, ed Anna Pariani, responsabile ambiente del Pd territoriale.
«Il mio auspicio è che anche sulle altre proposte avanzate vi possa essere un giudizio negativo analogo – aggiunge Fabrizio Castellari, consigliere regionale del Partito democratico –. Bene ovviamente la riconversione energetica, la produzione dell’energia da fonti rinnovabili, la diffusione dell’eolico, ma non a scapito della devastazione di territori ad alta valenza naturalistica e paesaggistica».
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