Uno spaccato sulla Romagna ribelle, anarchica e rivoluzionaria dei secoli ‘800 e ‘900: le storie di 13 rivoluzionari romagnoli divenuti protagonisti in Italia e nel mondo. Questa mattina, sabato 1 marzo, in Biblioteca Trisi a Lugo, lo studioso e scrittore Gianfranco Miro Gori ha presentato Ceppo e mannaia. Anarchici e rivoluzionari romagnoli nel mondo, in collaborazione con il Centro di studi sulla Romandiola nord occidentale. Lo stesso titolo nasce da un motto di saluto libertario, «Zoca e manera».
Un viaggio lungo quasi un secolo che comincia dal socialista anarchico Carlo Pisacane e dall’ex mazziniano Felice Orsini, autore del fallito attentato contro Napoleone III del 14 gennaio 1858, e si conclude con la figura di un partigiano senza partito, Silvio Corbari.
Tra le righe le vicende di Andrea Costa, del colonnello della Comune parigina Amilcare Cipriani (che in Romagna ebbe il suo maggior seguito), di Armando Borghi di Castel Bolognese e anche di Giovanni Pascoli, da giovane ardente militante socialista-rivoluzionario.
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