Quando una materia come la storia incontra dei documenti d’archivio l’apprendimento di contenuti diventa conoscenza e si formano processi che, partendo dalla ricerca storica, portano alla consapevolezza del divenire e della certezza che non c’è nulla di definito, ma ogni aspetto della vita è in continua trasformazione. Questo è quello che sta sperimentando un gruppo di ragazzi e ragazze delle classi 1°A, 2°A, 2°B, 2°C e 2°E della Scuola media Innocenzo da Imola che partecipano al laboratorio Diventiamo guide d’archivio, finanziato con i fondi del Pnrr e condotto dalle professoresse Francesca Grandi e Alessia Resce all’interno dell’archivio storico Carducci.
Mercoledì 12 marzo, dalle 16 alle 18, i locali dell’archivio dell’Ic2 verranno aperti alla cittadinanza. Per l’occasione saranno proprio gli studenti dell’Innocenzo da Imola a trasformarsi in vere guide, conducendo i visitatori alla scoperta dell’edificio e della sua storia.
L’importanza dell’archivio storico
La presenza dell’archivio storico nella scuola rende possibile l’attuazione di questo progetto. Nel primo modulo i ragazzi hanno potuto conoscere la storia scolastica di cinque giovani partigiani catturati dai nazifascisti e morti a Mauthausen nel 1945. Negli anni dell’infanzia questi giovani hanno frequentato la scuola elementare Carducci e, consultando i registri dei maestri, le piccole guide hanno potuto avvicinarsi a un mondo diverso dal loro. Da questo primo approccio è stato facile per le docenti proporre un ulteriore passo per conoscere meglio il periodo storico tra la fine della guerra e la lenta ripresa del dopoguerra e nello stesso tempo prendere atto dell’importanza storica del fabbricato Carducci, da quando era un convento di suore domenicane a quando, negli ultimi decenni dell’Ottocento, è divenuto sede di istituzioni scolastiche. Le vicissitudini della storia e le traversie della città hanno lasciato segni che ancora oggi si possono leggere nella struttura dell’edificio. Esempi sono la lapide che ricorda il sacrificio di quattro maestri morti durante la Grande Guerra o il pannello con la dichiarazione dell’armistizio di villa Giusti del 1918, o ancora il busto dell’illustre poeta imolese Luigi Orsini fino alla lapide in latino dedicata alla donazione del 1819 di papa Pio VII alle suore domenicane appena rientrate in possesso del convento dopo la parentesi napoleonica. I ragazzi hanno trovato anche le testimonianze della difficile ripresa scolastica negli anni immediatamente successivi la fine della guerra, scoprendo come la città di Imola degli anni tra il ’45 e il ’55 fosse molto diversa. Tutte queste scoperte saranno condivise con la cittadinanza, come anticipato, mercoledì 12 all’archivio Carducci.
Maria Amadore, Franca Montanari
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