Nella celebre intervista a François Truffaut dell’agosto 1962, il “maestro del brivido” Alfred Hitchcock, fra le numerose dichiarazioni che diventarono poi un vero e proprio manifesto programmatico della sua arte, ebbe modo di affermare: «Per me il cinema è essenzialmente emozione. Sono i pezzi della pellicola uniti assieme a costruire un’idea, che a sua volta suscita un’emozione nella testa dello spettatore: non attraverso le parole, ma attraverso l’immagine».
Ci sono tre parole chiave in questa dichiarazione, emozione, idea e immagine, che hanno ispirato la rubrica di recensioni cinematografiche “Ciak, si gira!”, inaugurata in questi giorni sulle pagine de Il nuovo Diario Messaggero: il nostro tentativo, infatti, sarà quello di riconoscere, far trapelare, mettere in evidenza i meccanismi di montaggio, di fotografia, di affabulazione narrativa che rendono un film in grado di comunicare emozioni. Una storia che attraverso la costruzione delle scene trasmette allo spettatore una suggestione e, di seguito, uno snodo di riflessioni, un’idea, un modo di osservare il mondo.
Si tratta di un appuntamento quindicinale, dove inviteremo alla visione di alcune pellicole appena uscite, presenti nel nostro territorio, in margine ad un criterio distintivo e speciale: l’originalità dello stile di regia. Il forte potere evocativo di un’inquadratura.
Il che, s’intende, non significa una regia difficile e astrusa, intellettualistica e complicata, perché, come insegnava sempre il nostro Hitchcock, la riflessione e il ragionamento passano prima attraverso l’intrattenimento, la capacità di sedurre, l’evasione lieve e accattivante, talvolta anche l’ironia e il sarcasmo, l’abilità di non prendersi troppo sul serio.
Su questo terreno, non a caso, si gioca la grande sfida del cinema, che è poi anche quella della letteratura e di ogni forma artistica: la sua forza “democratica”, ossia la facoltà di dialogare con tutti gli esseri viventi, a prescindere da quanto siano diverse le loro culture, le geografie e le circostanze in cui si trovano, le congiunture storiche che determinano i loro orizzonti.
Saper parlare a tutti di quei temi universali che tentano di dare una spiegazione o un senso al nostro essere al mondo.
“Ciak, si gira!” cercherà di farvi vivere un’avventura dentro le storie e gli ingranaggi di un film, che a volte ci strappa una risata, altre volte ci apre squarci di luce sulla nostra esistenza. Buon viaggio.
Andrea Pagani
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