Papa Francesco è stato dimesso oggi, domenica 23 marzo, dal Policlinico Gemelli dopo una lunga degenza. Salutato da una folla di fedeli, prima di rientrare a Casa Santa Marta dopo la sua uscita dall’ospedale, il Santo Padre è andato a Santa Maria Maggiore e ha consegnato al cardinale Makrickas dei fiori da porre davanti all’icona della Vergine Salus Populi Romani, a cui è molto devoto. Al termine ha fatto rientro in Vaticano.
Nonostante le dimissioni dall’ospedale, appare difficile che il papa possa essere presente all’udienza del 26 marzo in occasione del pellegrinaggio giubilare che coinvolge anche la Diocesi di Imola. «Il papa non è utile solo quando è “performante”: la sua vita, anche nella malattia, è segno di Cristo. Per questo il nostro pellegrinaggio sarà anche un modo per continuare a pregare per lui» sottolinea il vescovo Mosciatti.
Il messaggio del cardinale Zuppi, presidente Cei
«La notizia delle dimissioni del Santo Padre dal policlinico Gemelli ci riempie di gioia – le parole del cardinale Zuppi, presidente Cei e arcivescovo di Bologna -. In queste settimane lo abbiamo accompagnato con la preghiera e continueremo a sostenerlo così come è accaduto nei dodici anni di pontificato. Durante questa lunga degenza, ci ha mostrato “la ‘benedizione’ che si nasconde dentro la fragilità, perché proprio in questi momenti impariamo ancora di più a confidare nel Signore” (Angelus, 2 marzo). Dalla cattedra dell’ospedale, ci ha ricordato quanto è necessario il “‘miracolo della tenerezza’, che accompagna chi è nella prova portando un po’ di luce nella notte del dolore” (Angelus, 9 marzo). Ora, insieme a lui, diamo “lode al Signore, che mai ci abbandona e che nei momenti di dolore ci mette accanto persone che riflettono un raggio del suo amore” (Angelus, 16 marzo), assicurandogli la vicinanza e la preghiera delle nostre comunità».
© Riproduzione riservata