Un grido d’allarme, dalle associazioni ai cittadini, arriva dall’alto Mugello e scorre a valle, fino a incrociare il Santerno: il disastro ambientale che ha coinvolto il rio Rovigo, dove una frana provocata dal maltempo di venerdì 14 ha fatto riemergere una vecchia discarica (vecchia di 50 anni) e i rifiuti in essa contenuti si sono riversati nel torrente (nella foto) che finisce poi nel Santerno.
Tra i firmatari anche la sezione di Imola del Cai, che ha in gestione la cura e la manutenzione della sentieristica della zona.
«Noi, associazioni del territorio e cittadini dell’Alto Mugello, esprimiamo profonda preoccupazione e allarme per la grave emergenza ambientale che sta colpendo i fiumi Rovigo e Santerno – si legge nell’appello sottoscritto da diverse realtà del territorio -.
Un disastro ambientale di proporzioni allarmanti sta minacciando il cuore della nostra valle, colpendo l’intero ecosistema, la salute dei cittadini e l’economia locale. Questa discarica, realizzata in seguito a un accordo tra i comuni di Palazzuolo sul Senio e Firenze, si trova lungo la Strada provinciale 477 dell’Alpe di Casaglia e rimase attiva per un breve periodo, presumibilmente dal 1971. Ad oggi si stima che il 20% del totale sia crollato».
Preoccupazione anche in vallata
Un’emergenza che riguarda da vicino anche la vallata del Santerno, dove ogni estate migliaia di persone si recano al fiume, con località gettonatissime come Valsalva. Turismo di prossimità che alimenta l’economia locale. «Questo disastro non si limita a un singolo corso d’acqua, ma si estende all’intero bacino del Santerno e, potenzialmente, del Reno, minacciando un patrimonio naturale e culturale di inestimabile valore» sostengono le associazioni, che rivolgono «un appello disperato alle istituzioni» per un «intervento urgente e coordinato».
Nel frattempo per contenere l’avanzata dei rifiuti, che dal Rovigo hanno raggiunto il Santerno (a martedì 25 ne sono stati visti all’altezza di San Pellegrino) è stata installata una rete in località Molino della Lastra. Che però «non è sufficiente, basta che il fiume si ingrossi un po’ e salta via», allarga le braccia Ivano Cobalto, neo-presidente del Cai di Imola che nei giorni scorsi era pronto a partire con altri soci volontari per la pulizia dell’area (poi stoppata dal un’allerta meteo). «Ad oggi non c’è ancora un coordinamento per la bonifica. I Comuni di Palazzuolo e Firenzuola chiedono che se ne occupi la Regione Toscana. Si parla di mettere in sicurezza la frana, ma di rifiuti ancora niente. Quello che stiamo vedendo è una catastrofe. Se non si interviene subito ci troveremo quei rifiuti anche a Imola» conclude Cobalto.
Associazioni e cittadini chiedono quindi un «intervento urgente e immediato, un coordinamento istituzionale di Comuni, Unione dei Comuni, Regione Toscana, Regione Emilia-Romagna e Ministero dell’Ambiente, e tutti gli uffici competenti; supporto tecnico e finanziario, un monitoraggio costante» e, soprattutto, «trasparenza sull’evoluzione della situazione e sulle misure adottate, nell’interesse della popolazione e del territorio».

Le parole del sindaco Bottino
«Nei prossimi giorni, tempo permettendo, inizierà la rimozione dei rifiuti con piccoli escavatori – aggiornava ieri (25 marzo) Marco Bottino, sindaco di Palazzuolo sul Senio -. I rifiuti verranno portati alla discarica di Serravalle Pistoiese. Inoltre sta andando avanti la raccolta manuale nei punti più impervi con la difficoltà di reperimento di personale specializzato. Faremo lettera congiunta con il sindaco di Firenzuola per chiedere all’assessora regionale Monni un coordinamento dei volontari attraverso Legambiente. Inoltre, attraverso persone molto esperte dei luoghi stiamo avviando una mappatura del Rovigo in base alle difficoltà di accesso e di conferimento dei rifiuti. In alcune zone sarà possibile raccogliere il rifiuto ma impossibile conferirlo, se non con l’elicottero. Vorrei che passasse l’idea che questa storia è molto complicata e va gestita con la dovuta intelligenza».
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