Dall’autunno dell’anno scorso fino a inizio aprile la Clai, in associazione con il Csi di Imola, ha dato vita al Pedagna Play Lab, un’iniziativa che rientra all’interno del più ampio progetto Spazi civici di comunità promosso da Sport e Salute e che ha permesso a tanti ragazzi di giocare gratuitamente con l’aiuto di un’allenatrice. Gli incontri si sono tenuti tutti i mercoledì sera presso la palestra Sante Zennaro e Alessia Mastrilli, il capitano della Clai in Serie A2, si è messa a disposizione per allenare i giovani che hanno aderito alla proposta.
Dai campi di A ai progetti con i più piccoli
«Lorenzo Malavolti, il presidente della Clai Young, mi ha fatto questa proposta dal momento che quest’anno non avevo tempo per allenare – spiega Alessia – e posso dire di essere molto contenta del successo che abbiamo ottenuto. La nostra squadra doveva comprendere studenti delle scuole medie e superiori, dai quattordici ai diciannove anni, ma abbiamo accolto anche ragazzi più grandi che stanno facendo l’università o lavorano. Siamo partiti il 13 novembre ed eravamo una decina ma ben presto siamo raddoppiati.
Il nostro gruppo è molto bello perché omogeneo, infatti ci sono all’incirca lo stesso numero di maschi e femmine. Ho sempre proposto ai ragazzi allenamenti abbastanza seri, in cui ho insegnato loro la tecnica e tutti i fondamentali; ogni allenamento, alla fine, si concludeva con una partita tra di noi. Tra i ragazzi si è creato un forte legame di amicizia, ma lo stesso si può dire tra me e loro, che sono diventati i miei primi tifosi. Ora che è finita la stagione non rimarrò sempre a Imola: loro vorrebbero continuare a vedersi e ad allenarsi ma non so se potrò essere presente, il progetto ufficialmente è finito. Non siamo riusciti a partecipare al Winter volley ma prenderemo parte sicuramente al Green volley, ad inizio estate. L’anno scorso allenavo le giovanili della Clai, Under 11 e Under 12, ma quest’anno non sarei riuscita ed è per questo che ho pensato di aderire al progetto: a me piace stare con i giovani e l’iniziativa mi è sembrata da subito molto valida. Essendo gratuita, era rivolta ai ragazzi che non erano potuti entrare in una squadra giovanile e a chi non poteva sostenere i costi di un intero anno di sport: l’ho visto come progetto sociale e la pallavolo è stata sempre la mia passione, per cui non ho potuto dire di no.
All’inizio pensavo che mi potesse pesare ma si è rivelata un’esperienza bellissima. Ringrazio Lorenzo, il Csi e gli organizzatori del progetto Play Lab, lo rifarei altre mille volte. Questi ragazzi non avevano la possibilità di affrontare i campionati di pallavolo, a quindici-sedici anni sono considerati già grandi e fanno fatica a partire da zero, ma il Pedagna Play Lab è stato un’opportunità per tutti. Progetti come questi permettono ai giovani di staccarsi da computer e telefoni e quando lo sport si unisce all’amicizia, ecco che emerge lo spirito del Csi».
I racconti dei protagonisti
«Io sono il più grande del gruppo – racconta Mirko, 23 anni – sono arrivato a Imola un anno fa e cercavo da tempo una realtà che mi permettesse di conoscere nuove persone. In poco tempo si è creato veramente un bell’ambiente: dopo pochi incontri, infatti, abbiamo iniziato a chiedere se si potessero fare più lezioni, una volta sola a settimana era troppo poco! Durante il periodo estivo ci siamo ripromessi di trovarci per una cena, il gruppo è bello forte e spero vivamente che ci sia una seconda edizione del progetto il prossimo anno. Io sono un fotografo e videomaker, ma tanti di noi studiano ancora».
Voglia di bis
«Sono venuta a conoscenza del progetto perché io e altre mie compagne di classe volevamo cercare una squadra di pallavolo in cui giocare – spiega Giorgia, 18 anni – allora abbiamo contattato la Clai, che ci ha informato dell’iniziativa. Quando siamo andate a provare ci siamo trovate veramente bene: Alessia è super disponibile e gentile, ci ha insegnato i fondamentali della pallavolo e io che non avevo mai giocato ho imparato veramente tanto. Ogni lezione arrivava qualcuno di nuovo e si è creato un bel gruppo essendo tutti all’incirca della stessa età e di Imola o poco fuori. Non so se il prossimo anno il progetto verrà riproposto, ma se così fosse parteciperemmo certamente di nuovo».
Lorenzo Sbarzaglia