Non molti sanno che in Seminario, a Montericco, si trova la Biblioteca diocesana. Il progetto di aprire una biblioteca di interesse religioso può apparire folle. E un po’ lo è. Il dibattito sul ruolo degli istituti culturali (biblioteche, musei, archivi) nel contesto attuale agita da tempo gli addetti ai lavori, ma tutti ne siamo coinvolti. Le indagini statistiche sulla lettura nel nostro Paese sono a dir poco agghiaccianti. È un problema, che potremmo definire una malattia sociale, che ha ricadute politiche ed economiche dimostrate. Accanto a questo problema, se ne colloca un altro: l’ignoranza religiosa. Con questo termine si indicano le gravi carenze di conoscenza in merito alla religione e ai suoi contenuti, anche queste certificate da ripetute analisi e sondaggi. L’ignoranza religiosa limita, ad esempio, la possibilità di comprendere gran parte della produzione artistica, che molto ha attinto dalla fede in Gesù trasmessa dalla Chiesa. Essa porta ad una comprensione distorta del nostro passato e ci priva della ricchezza, della vitalità e della positività che il cristianesimo possiede.
Come il poco leggere impoverisce il linguaggio, così anche la poca cultura religiosa riduce il linguaggio della fede, impoverisce le sue espressioni e in definitiva la sua rilevanza. Certamente pensare che la fede sia solo un sentimento contribuisce a questo stato di cose, ma gli stessi che credono che sia così ne sono vittime, in quanto non hanno gli strumenti intellettuali ed il linguaggio per elaborare i propri sentimenti religiosi, valutarli, giudicarli ed esprimerli, esponendosi a maghi, oroscopi, dottrine pericolose, superstizioni. Per combattere questa malattia possiamo partire da noi stessi (qualunque età abbiamo): conoscere la Scrittura e la storia, anche religiosa, del nostro territorio, approfondire temi ed argomenti del dibattito ecclesiale, leggere i maestri della spiritualità cristiana. Come orientarsi in questo cammino di auto formazione? Di quali strumenti avvalersi? La nostra comunità diocesana è già attrezzata e attiva da tempo: si pensi alle attività dell’Archivio e del Museo e Pinacoteca Diocesani. Questi luoghi hanno vastissime potenzialità, che possono essere sfruttate da genitori, docenti, catechisti, parrocchie, associazioni. A quanti vorranno vedere l’utilità pastorale di questo “sistema culturale diocesano”, a quanti desidereranno approfondire la propria fede, rinforzarla ed espanderne le conoscenze non resta che dire: Vediamoci in biblioteca!
Loris Scarpelli