Idsc è un acronimo sconosciuto ai più che significa: Istituto Diocesano Sostentamento Clero. L’Idsc è un Ente Ecclesiastico particolare: è una specie di fondazione, che si occupa della gestione del patrimonio mobiliare e immobiliare proveniente della Chiesa diocesana.
Negli ultimi anni stiamo cercando di dare visibilità a questo Ente, soprattutto grazie a due iniziative diocesane realizzate in collaborazione col Sovvenire diocesano (il Servizio di Promozione del Sostegno Economico alla Chiesa): la prima, “il Mercato di Palazzo Monsignani”, un vero e proprio mercato con la caratteristica di avere come espositori gli affittuari dei terreni dell’Idsc e la seconda, l’iniziativa di raccolta delle offerte per i sacerdoti, denominata “1 mese, 1 comunità, 1 prete”. Nel 2017 grazie al buon successo di quest’ultima iniziativa, abbiamo superato ogni previsione posizionando la nostra Diocesi ai vertici in Italia per il numero di offerte deducibili raccolte ma soprattutto, accrescendo la consapevolezza della comunità cristiana circa la necessaria corresponsabilità nella gestione e integrazione del patrimonio della Chiesa. È importante infatti che i laici siano edotti, consapevoli e protagonisti circa la raccolta dei fondi, le scelte di gestione del patrimonio, e il conseguente utilizzo. Per cui quando diciamo: “riuscirà la tua comunità parrocchiale a raccogliere in un mese il necessario per il sostentamento del proprio Parroco?” in realtà stiamo cercando di fare maturare tutta la comunità ecclesiale, rispetto ad una realtà che per secoli è stata proposta come “tabu”.
L’amministrazione del patrimonio del nostro IDSC, fornisce una redditività che consente di coprire il 31% della spesa per il sostentamento del clero imolese: una cifra importante anche paragonato al dato nazionale, che è del 7% , ma che lascia aperto comunque un interrogativo circa il restante 69%.
Non è più pensabile oggi essere così dipendenti dal più noto ottoxmille, che se da un lato è un aiuto importante, dall’altro esclude dal diretto coinvolgimento, delegando tutto a una firma che impegna solo lo Stato. Farci carico direttamente del sostegno al clero è quindi il modo per rendere consapevole la comunità in una logica di comunione e di condivisione del “bene economico”. Nei tempi apostolici e dei primi secoli, la “colletta” era il segno per sovvenire alle necessità della Chiesa, per i poveri e per ciò che era necessario.
La sensibilizzazione avviata nella nostra diocesi, è certamente la strada giusta e necessaria per accrescere questa consapevolezza: l’agire della Chiesa e la sua libertà si garantisce anche attraverso l’autonomia economica.
don Fabio Gennai – presidente IDSC Imola