Scenografo, ma anche pittore, regista, costumista, grafico, decoratore d’interni. Un artista creativo, estroso, fantasioso, eclettico, curioso, poliedrico.
Pietro Zuffi ha lasciato traccia in giro per l’Italia e il mondo, ma tutto inizia da Imola, dove nacque nel 1919. In occasione del centenario della sua nascita, la Fondazione Cassa di Risparmio di Imola, in collaborazione con l’associazione culturale Segni del moderno, ha deciso di dedicargli la mostra Pietro Zuffi, uno scenografo tra la Scala e Cinecittà allestita tra il centro polivalente Gianni Isola (piazza Matteotti) e il ridotto del teatro Ebe Stignani, a partire dalle 17.30 di oggi, venerdì 22 novembre, fino al 2 febbraio.
Fotografie, disegni, manifesti, locandine, pitture, costumi indossati da talenti come Maria Callas o dalla stessa Ebe Stignani racconteranno la figura di Zuffi, gli anni d’oro alla Scala di Milano, il lavoro con professionisti del calibro di Giorgio Strehler, Antonioni, Rossellini.
L’idea nasce dagli architetti Giorgio Bolognesi, Claudio Calamelli e Fabrizio Castellari, che fanno parte dell’associazione culturale Segni del moderno. La Fondazione ha invece acquisito oltre un migliaio di pezzi originali di Zuffi. «Un fondo prezioso – commenta il presidente Fabio Bacchilega – che desideriamo, con questa mostra, mettere a disposizione della città. Zuffi è stato un imolese in giro per il mondo nel cui lavoro, capacità, concretezza, impegno ed entusiasmo ci piace ritrovare i segni delle sue origini locali».
Chi era Pietro Zuffi. Lo scenografo lasciò presto Imola, trasferendosi prima in Cile e poi in Perù. Tornò in Europa nel 1942, a Parigi, dedicandosi alla pittura. Fu l’incontro, a Milano, con Strehler a introdurlo nel mondo della scenografia teatrale e debuttò alla Scala realizzando scene e costumi per l’Alceste di Gluck con Maria Callas nel 1954. Curò allestimenti all’Arena di Verona, come quelli per l’Aida nel 1958. Lavorò con Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Monica Vitti. Ci fu la sua mano anche dietro la cerimonia di apertura a San Siro di “Italia ’90”.
Una mostra, due sedi. Nel Ridotto del teatro Stignani troveranno posto tutti i documenti che raccontano gli anni di Zuffi alla Scala, una sezione interamente dedicata alla sua attività di scenografo sul prestigioso palcoscenico milanese tra il 1954 e il 1966.
Al centro Gianni Isola, invece, ci sarà una sala dedicata al teatro, oltre alle esperienze alla Scala, a cui si aggiungeranno, al piano superiore, documenti legati al cinema, al disegno e ad altre creazioni.
Cultura e beneficenza. «Come da tradizione – fa sapere Bacchilega – il ricavato della vendita del catalogo della mostra andrà in beneficenza a una realtà del nostro territorio. Quest’anno doneremo i proventi all’associazione di promozione sociale Cuberdon, che si occupa di persone in condizioni di disagio, coinvolgendole anche attraverso attività teatrali e musicali».