6, Febbraio, 2025

Dalla parte dei cittadini? Le parole e la realtà

Mentre politici senza arte né parte, in perenne campagna elettorale e alla caccia forsennata di comparsate nei salotti televisivi, vivono in un loro mondo virtuale, il paese va alla malora e nessuno mette mano ai problemi veri, concreti del paese, alle difficoltà che trasformano la vita quotidiana di tante persone in un vero e proprio percorso ad ostacoli. Per cambiare concretamente le cose, oltre ai prerequisiti che ritengo necessari in chi fa attività politica (ad esempio onestà, affidabilità, passione), bisogna possedere alcune caratteristiche che purtroppo solo pochissimi politici e amministratori possiedono: competenza, coraggio, determinazione, creatività, flessibilità, capacita di motivare e sostenere i collaboratori… Proverò ad elencare alcune delle difficoltà e delle storture con cui quotidianamente dobbiamo fare i conti:
• Tutti parlano di una parola magica, semplificazione, ma in ogni campo della vita quotidiana (enti pubblici, banche, fisco, giustizia, sanità, scuola…) la complessità delle procedure, dei protocolli, la frammentazione delle competenze, la perversione dei regolamenti e dei comportamenti rendono operazioni estremamente semplici, come la denuncia di un furto, o il cambiamento di utenze domestiche, che in altri paesi si risolverebbero in pochi minuti, imprese inenarrabili.
• Un’altra parola magica sarebbe manutenzione, ovvero il prendersi cura nel tempo dei beni comuni. Purtroppo dopo il taglio del nastro e l’inaugurazione sotto la luce dei riflettori di un opera pubblica spesso non si prevedono né si eseguono nel corso degli anni le operazioni necessarie per mantenerlo in buono stato e in piena efficienza . Spesso si inaugura un nuovo servizio poi non ci si prende più cura del suo funzionamento, del suo mantenimento o della sua crescita. In questa eterna campagna elettorale, dove sia le forze al governo che quelle che si trovano all’opposizione non fanno altro che cercare consensi, la manutenzione è un tema che non fa notizia. E’ molto più redditizio fare promesse spesso irrealizzabili e presentare nuovi mirabolanti progetti che curarsi dell’esistente.
• Leggi, regolamenti e pastoie burocratiche invece di diminuire aumentano. Ogni politico per migliorare la propria immagine inserisce orgogliosamente nel proprio curriculum le leggi firmate e i disegni di legge presentati .Nessuno scriverebbe che ha eliminato , ridotto o accorpato, leggi preesistenti spesso dispersive e ridondanti … opera che sarebbe molto più meritoria.
• I dirigenti e gli alti funzionari degli enti pubblici (ma anche spesso privati), anche se lautamente pagati, attuano in tutti i campi strategie difensive ovvero cercano in primis di tutelarsi da possibili contestazioni e conseguenze legali-disciplinari scansando respon- sabilità o scaricandole sui subalterni. Non vogliono correre rischi nemmeno quando questi fanno necessariamente parte della propria funzione. Possiamo parlare di una sanità difensiva, di una giustizia difensiva, di una amministrazione difensiva ecc. Spesso nell’organizzazione del lavoro e nella valutazione dei dipendenti prevalgono criteri formalistici e burocratici piuttosto che una valutazione realistica dei comportamenti e della ricaduta dei servizi sui cittadini. E’ molto più facile valutare un insegnante attraverso un esame “documentario” di verbali, registri, piani di lavoro, schede ecc. piuttosto che attraverso l’ osservazione paziente e competente dell’ efficacia educativa, pedagogica e comunicativa del suo lavoro coi ragazzi.
• La Giustizia è farraginosa e persecutoria. Ci domandiamo dove sta l’inghippo. Mancano giudici e cancellieri? L’ informatizzazione procede a rilento? Le procedure sono prolisse e antiquate? Il parlamento produce leggi e riforme inefficaci o impraticabili? Nessuno ce lo dice con chiarezza e assume i provvedimenti necessari per migliorare la situazione. Dobbiamo solo augurarci di non incappare nella giustizia civile con processi che possono durare anni e comportano stress emotivo, perdita di tempo e spese ingenti. Per non parlare dei procedimenti in campo urbanistico- edilizio , fiscale e commerciale ancora troppo macchinosi e contorti.
• La tanto celebrata informatizzazione- digitalizzazione spesso è attuata con procedimenti talmente complessi da scoraggiare gran parte dei cittadini. Laddove si prometteva una documentazione immateriale, la carta è aumentata in modo esponenziale. Alcune procedure online sono diventate labirinti inestricabili. Ormai ogni passaggio della vita quotidiana produce username, pin, password, numeri telefonici on time, codici segreti in quantità industriale. I famosi numeri verdi ci mettono in contatto con voci misteriose che immancabilmente rispondono “i nostri operatori sono momentaneamente occupati” per quanto tempo non si sa (dieci minuti, un’ora un giorno?) mentre sarebbe cosi semplice come fa qualche amministrazione avveduta rispettosa dei cittadini dichiarare i tempi di attesa. Prendersi cura dei cittadini significa cercare di sciogliere con determinazione e pazienza questi nodi facendosi carico delle loro preoccupazioni e delle loro difficoltà attraverso comportamenti, normative e procedimenti comprensibili e “amichevoli”. “Cura” è un termine che fa venire in mente sentimenti come empatia, premura, partecipazione, sollecitudine, ma anche preoccupazione e inquietudine per le sorti della persona o dell’oggetto di cui si ha cura, ma alla base della cura c’è sempre un’assunzione di responsabilità e non l’inerzia complice e impotente.

Valter Galavotti

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