Le imminenti elezioni regionali in Emilia Romagna, fissate al 26 gennaio 2020, hanno per ora messo in apparente sordina il tema delle elezioni comunali a Imola, previste per la prossima primavera. Comprensibilmente gli esponenti delle principali forze politiche cittadine tacciono sull’argomento, per due motivi primari. In primo luogo sono interessatissimi a conoscere l’orientamento degli elettori imolesi che emergerà dalle consultazioni regionali, soprattutto perché la decisione, forse irrevocabile, del Movimento 5 Stelle di presentare un proprio candidato – per ora non identificato – da contrapporre al presidente uscente Bonaccini consentirà di stimare i voti su cui può contare a Imola il M5S, dopo i 17 mesi di governo comunale da poco conclusi; non va dimenticato che questa lista ha totalizzato alle elezioni amministrative del 2018 oltre 8.500 voti (28,50%). È vero che elezioni regionali e comunali non si equivalgono, ma il trend che emergerà sarà comunque significativo. Il secondo motivo è più serio e potenzialmente più allarmante del primo. Nessuna delle forze politiche in campo ha già stabilito (che non significa necessariamente annunciato pubblicamente) chi sarà il proprio candidato sindaco. Non il centro sinistra, dove comunque manifestano interesse il segretario Pd Marco Panieri, la precedente candidata sindaca Carmen Cappello e altri. Non il centro destra, dove si presume che sarà la Lega a dettare la linea, forte dei risultati elettorali sinora conseguiti. Non il Movimento 5 Stelle, afflitto da una crisi identitaria nazionale, esasperata a Imola dall’epilogo di novembre scorso. Né appare possibile ad oggi una lista civica che da sola sia in grado di imporsi senza alleanze organiche con almeno una delle forze politiche di cui sopra. Ricordando con disagio tempi, modi ed esiti con cui la scorsa primavera si è giunti alla scelta di alcuni candidati sindaco è veramente fondamentale per Imola che questa volta la designazione avvenga avendo riguardo alle qualità della persona candidata. Il nostro passato politico (prossimo e remoto) ci ha insegnato che passione e onestà senza competenza sono inincidenti, la terza senza le prime due produce danni ancora più gravi e soprattutto che la complessità del nostro ordinamento comunale e sovracomunale richiede capacità di inclusione, mediazione e di equilibrio, giungendo comunque a prendere decisioni. Si potrebbe obiettare che una simile profilazione del/la nuovo/a sindaco/a assomiglia più a un libro dei sogni che ad una persona reale. Ma credo basti osservare con un po’ di attenzione per giungere alla conclusione che persone del genere esistono e non sono rare neppure a Imola.
Andrea Ferri,
direttore Il Nuovo Diario Messaggero