Per Il Nuovo Diario Messaggero l’anno che si chiude ha visto forti implementazioni nella fruizione di giornale cartaceo, sito internet, pagina Facebook, Instagram, sito della Diocesi di Imola, con i quali si è cercato di svolgere un’azione concertata e sinergica, sulla scorta delle indicazioni e delle revisioni organizzative operate dalla Santa Sede e dalla Conferenza Episcopale Italiana, che hanno affidato ad un’unica regia i loro mezzi di comunicazione. Inoltre per accentuare il radicamento territoriale e il contatto diretto con la società civile si sono organizzati dibattiti pubblici in occasione delle elezioni europee (foto 1) e di quelle comunali di Lugo (foto 2) , Casalfiumanese (foto 3) e Castel Bolognese (foto 4) , in cui si è andati al voto nel 2019. Insieme all’Associazione Avvocati Imolesi si è anche organizzato un corso di aggiornamento professionale per giornalisti, cui hanno partecipato alcune centinaia di colleghi e avvocati. Un punto qualificante è l’avvio del progetto di archiviazione digitale delle immagini, cartacee o digitali attualmente allocate negli archivi del settimanale diocesano. Tramite un sistema semplice e innovativo che consente la ricerca per parola chiave si sta agendo per alimentare una importante banca dati fotografica, da utilizzare per attività giornalistiche, pastorali, culturali e sociali. Attualmente sono state così archiviate oltre 45.000 immagini, pari a circa il 10% del totale. Per sostenere anche economicamente l’insieme di queste attività è indispensabile la differenziazione dell’offerta: accanto al giornale c’è l’attività editoriale, con una media di oltre quindici nuovi libri ogni anno, la realizzazione di modellini di edifici e personaggi storici, prodotti con meticolosa cura e fedeltà all’originale (ai modellini esistenti si sono aggiunti quest’anno quelli delle rocche di Bagnara e Riolo Terme, oltre al monumento ad Ayrton Senna presso l’autodromo imolese), riproduzioni di piante antiche, santini, incisioni e altri oggetti. Molte energie sono state dedicate all’implementazione del sito internet de Il Nuovo Diario Messaggero, con risultati rilevanti. Nel 2018 avevano effettuato l’accesso al nostro sito 91mila utenti unici, con 175mila sessioni e 253mila visualizzazioni di pagina, mentre nel 2019 sono stati rispettivamente 220mila (+130%), 500mila (+186%), e 700mila (+173%). Anche il sito della Diocesi ha conosciuto un importante incremento: nel 2018 1.750 utenti unici, 2.650 sessioni e 12.200 visualizzazioni; nel 2019: 36mila 100 utenti unici, 66mila 300 sessioni e 165mila 200 visualizzazioni di pagina. Particolare attenzione si è rivolta al rapporto con il mondo scolastico e universitario, attraverso progetti con le scuole del territorio diocesano, partecipazione alle iniziative di alternanza scuola lavoro e i tirocini universitari curricolari, coinvolgendo complessivamente oltre un migliaio di studenti. L’inizio del ministero pastorale del nostro nuovo vescovo, S.E. Mons. Giovanni Mosciatti, ha spinto la nostra attività a misurarsi con un approccio pastorale nuovo, effervescente e assai serrato, in modo da poterne essere valido supporto e megafono. Con queste azioni si è cercato di potenziare e affinare l’efficacia comunicativa degli strumenti di cui la Diocesi di Imola dispone, in modo che l’azione di supporto pastorale che giustifica la loro esistenza ne accentui progressivamente la professionalità, l’autorevolezza e la credibilità, sempre ricordando che l’obiettivo di ogni giornalista è quello di fornire al lettore notizie verificate. La necessità di usare la rete e di fare rete assume una speciale valenza nelle parole di papa Francesco, pronunciate in occasione della cinquantatreesima giornata mondiale delle comunicazioni sociali: “Nella complessità di questo scenario può essere utile tornare a riflettere sulla metafora della rete posta inizialmente a fondamento di internet, per riscoprirne le potenzialità positive. La figura della rete ci invita a riflettere sulla molteplicità dei percorsi e dei nodi che ne assicurano la tenuta, in assenza di un centro, di una struttura di tipo gerarchico, di un’organizzazione di tipo verticale. La rete funziona grazie alla compartecipazione di tutti gli elementi. Ricondotta alla dimensione antropologica, la metafora della rete richiama un’altra figura densa di significati: quella della comunità. Una comunità è tanto più forte quanto più è coesa e solidale, animata da sentimenti di fiducia e persegue obiettivi condivisi. La comunità come rete solidale richiede l’ascolto reciproco e il dialogo, basato sull’uso responsabile del linguaggio”. Sembrano parole scritte per la nostra realtà imolese e diocesana.
Andrea Ferri,
direttore Il Nuovo Diario Messaggero