Una regola che ho appreso studiando la comunicazione è quella di porre sempre i messaggi in senso positivo, cercando il più possibile di trasformare un’affermazione istintivamente negativa nel suo opposto. Ho scoperto col tempo che si tratta di una regola d’oro nel marketing (da “qui non si spende molto” a “qui si risparmia”), ma ne ho trovato grande beneficio anche in campo educativo, con i miei figli o con i ragazzi di cui sono stato capo scout. Meglio dire “parla piano” che “non urlare” oppure “fatti da parte” rispetto a “non intralciare”. Nel porre domande agli uomini e alle donne che si candidano alle elezioni regionali dell’Emilia Romagna voglio però deliberatamente dar seguito al mio istinto e mettere da parte la regola di cui sopra. Da uomo, da marito, da padre e lavoratore infatti la prima istanza che pongo a chi dovrà amministrare la cosa pubblica in regione è quella di “non intralciare”. Troppe volte ci troviamo di fronte ad una pubblica amministrazione che lega e vincola con norme complicatissime la nostra vita. Ecco, chiedo a chi sarà eletto una vera opera di riduzione della burocrazia, così che si possa diminuire drasticamente la spesa per il funzionamento della “macchina” e vengano destinate risorse ai soggetti che davvero sono in prima fila per aiutare le povertà del nostro territorio. Povertà che possono essere materiali, ma anche di altro tipo, per esempio create dalla solitudine, dalle ingiustizie, dalla dipendenze e dalle droghe. Tutto ciò grava spesso sulla spalle dei cattolici, che si impegnano a risolvere i problemi attraverso delle opere concrete e dimostrano quindi di avere una peculiarità: fare, costruire e dare risposte. Sarebbe bello che i nostri politici adottassero questa caratteristica ovvero dare risposte concrete a chi ha affettivamente bisogno, in primis alle famiglie costituite da padri e da madri che vogliono cresce i loro figli, quindi attraverso dei servizi adeguati e con la giusta onerosità in ambito scolastico, sanitario e nei trasporti. Ovviamente il tutto dopo aver smesso di urlare slogan e promesse. Dissotterrata l’ascia di guerra elettorale, verrà presto il tempo del confronto vero, dei contenuti e delle risposte. E anche qui la Chiesa di Imola potrà dare il proprio contributo, offrendo un luogo e un tempo in cui verranno chiamate tutte le componenti del nostro territorio, politica inclusa, a confrontarsi su come sia possibile allearsi e costruire quel patto educativo citato da Papa Francesco per vincere la sfida più importante del nostro tempo, che è quella di educare le giovani generazioni ad avere futuro, progettualità e speranza.
Luca Salvadori,
presidente della Consulta delle aggregazioni laicali