I nostri sacerdoti
Il 13 marzo scorso sono morti due sacerdoti diocesani: don Antonio Cavina, 90 anni e monsignor Giovanni Signani, 86 anni. La loro scomparsa ha suscitato un’ondata di dolore, rimpianto e commosso ricordo da parte di confratelli, fedeli laici, istituzioni, credenti e non credenti. Lo stesso è avvenuto con gli altri sacerdoti recentemente deceduti. Da queste reazioni davvero si coglie come la loro vita sia totalmente compenetrata non solo in quella del popolo cristiano a cui sono stati destinati per il loro ministero pastorale, ma in tutta la società civile di quei luoghi. Il male della loro morte porta comunque almeno due frutti positivi: fare emergere con drammatica evidenza quanto è stato umilmente prezioso il loro ministero che così viene a mancare; e inoltre mostrare che i loro limiti e difetti umani, verso cui durante la loro vita siamo stati a volte prodighi di critiche, esplicite o velate, evaporano come nebbia al sole dopo la morte, non perché inesistenti o infondate, ma perché quei limiti connotano la loro umanità, rendendoli idonei a compiere il loro ministero tra i fedeli.
Andrea Ferri
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