La situazione economica prima della pandemia non era esente da criticità, anche nei nostri territori. Vero è che il Covid-19 ha travolto gli equilibri della nostra realtà economica e sociale, accentuando le disuguaglianze. Alcuni settori produttivi sono stati colpiti duramente. Le imprese della ristorazione, turistico-alberghiere, del tempo libero, della cura della persona, come molte attività di servizi ed esercizi commerciali hanno sofferto e soffrono tuttora. Soprattutto loro hanno sperimentato la paura del domani, i problemi finanziari, l’impossibilità di programmare le attività per la continua incertezza sulle regole. Alcune categorie di persone legate al precariato lavorativo, in particolare donne e giovani, hanno visto aggravare la loro condizione. D’altra parte, alcuni settori hanno visto aumentare il loro fatturato, si pensi ad esempio al comparto del biomedicale e dell’alimentare per le catene dei supermercati. Il settore manifatturiero, dopo una fase di contrazione, da mesi ha ritrovato forte slancio.
Anche il mercato immobiliare è in ripresa. Così come l’intero settore delle costruzioni. Al riguardo alcuni incentivi fiscali come il 110%, stanno trainando con grande spinta. Nonostante ciò anche questa ripresa incontra alcune rilevanti problematiche soprattutto legate all’impennata dei costi delle materie prime con difficoltà di reperimento delle stesse e con preventivabile riduzione dei margini di guadagno delle imprese. Larga parte delle prospettive di ripresa economica è legato, a livello nazionale come a livello locale, ai fondi europei del Recovery Found. A tal proposito, desta forte preoccupazione la capacità o meno della pubblica amministrazione di saper gestire e bene investire questi fondi. Secondo i rapporti curati dalla Caritas la pandemia ha lasciato come triste eredità un aumento considerevole di nuovi poveri. Ancora non è possibile dire con precisione quali saranno tutte le conseguenze della pandemia per gli anni a venire, sotto il profilo economico e sociale. Certo è che la comunità cristiana deve farsi segno di una comunità presente e, vigilando, è chiamata a colmare un deficit di fraternità, di fiducia e di speranza. Lo sviluppo economico non può prescindere dallo sviluppo integrale della persona, curando relazioni autentiche. L’impegno per una classe dirigente di ispirazione cristiana è abbattere gli egoismi, con onestà, dedizione e com- petenza. “Nessuno si salva da solo” (Papa Francesco)
Enrico Maria Saviotti
presidente sezione di Ravenna
Unione cristiana imprenditori e dirigenti