6, Febbraio, 2025

L’editoriale del vescovo: «Siamo con il papa»

Il messaggio è arrivato chiaro: Papa Francesco consacrerà la Russia e l’Ucraina al Cuore Immacolato di Maria il prossimo venerdì 25 marzo alle ore 17 nella basilica di San Pietro. Lo stesso atto sarà compiuto a Fatima dal cardinale Konrad Krajewski, elemosiniere di sua santità, inviato del papa. Tutti noi desideriamo unirci a questo atto così importante. Il nostro giornale, in questo numero ospiterà i luoghi e gli orari in cui potremo essere in comunione con questo gesto del papa. La richiesta era stata fatta pochi giorni fa al papa dai vescovi cattolici di rito latino dell’Ucraina.
Non possiamo pensare di rimanere a guardare gli eventi aspettando che passino. E non solo perché questa volta il conflitto si spinge nel cuore dell’Europa, ma perché subiremo per molto tempo le conseguenze di questa tragica vicenda bellica. Siamo con il papa e con tutti coloro che si stanno prodigando per fermare l’orrore di questa guerra. Siamo con il papa, che difende e proclama la pace. Ma quanto è fragile il desiderio della pace, se tale desiderio non diventa un compito, una responsabilità nel quotidiano.
In questi giorni papa Francesco ad una udienza di studenti ed insegnanti ha detto che «la pace, di cui abbiamo tanto bisogno, si costruisce artigianalmente attraverso la condivisione. Non ci sono macchine per costruire la pace, no: la pace sempre si fa artigianalmente. La pace nella famiglia, la pace nella scuola… E come artigianalmente? Con il mio lavoro, con la mia condivisione». È proprio vero che quando un popolo sta attraversando un momento brutto o penoso della propria storia, esso può dare un giudizio vero nella misura in cui viene educato. In questo tempo papa Francesco ha motivi adeguati per dire di no alla guerra, anche se la guerra è fatta da gente che di per sé avrebbe ragione di farla.
Il papa la scorsa settimana ha convenuto con il patriarca Kirill che «la Chiesa non deve usare la lingua della politica, ma il linguaggio di Gesù». «Siamo pastori dello stesso Santo Popolo che crede in Dio, nella Santissima Trinità, nella Santa Madre di Dio: per questo dobbiamo unirci nello sforzo di aiutare la pace, di aiutare chi soffre, di cercare vie di pace, per fermare il fuoco». «Come pastori – ha continuato il papa – abbiamo il dovere di stare vicino e aiutare tutte le persone che soffrono per la guerra. Un tempo si parlava anche nelle nostre Chiese di guerra santa o di guerra giusta. Oggi non si può parlare così. Si è sviluppata la coscienza cristiana della importanza della pace». E «le Chiese sono chiamate a contribuire, a rafforzare la pace e la giustizia». «Le guerre sono sempre ingiuste. Perché chi paga è il popolo di Dio. I nostri cuori non possono non piangere di fronte ai bambini, alle donne uccise, a tutte le vittime della guerra. La guerra non è mai la strada. Lo Spirito che ci unisce ci chiede come pastori di aiutare i popoli che soffrono per la guerra».
Nell’ora dell’angoscia e del tormento, dell’incertezza per la sorte dei nostri fratelli ucraini, aderiamo alla preghiera di Consacrazione richiesta dal papa a tutta la Chiesa. Per l’intercessione della Vergine Maria, la “fontana vivace” di speranza questo dolore ci riporti a Dio, ci cambi, ci faccia “vedere” che la riconciliazione e il perdono ci sono necessari come il pane, come l’aria.
Monsignor Giovanni Mosciatti


 

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