Si rinnova per tutta la nostra Diocesi l’invito alla celebrazione della scuola Libera, sia nelle singole parrocchie con l’invito a fare memoria di questo evento nelle messe domenicali, sia a livello diocesano con alcune iniziative pensate per sostenere la presenza cristiana nel fondamentale e non facile terreno educativo.
Mi pare che quest’anno sia stato fatto un passo importante che si innesta a pieno titolo nel cammino sinodale che sta coinvolgendo tutta la Chiesa italiana. Nell’incontro tra i responsabili e referenti delle varie realtà scolastiche si è svolto un interessante dialogo che, oltre a prendere in seria considerazione le difficoltà gestionali ed economiche, ha focalizzato un aspetto dell’opera educativa che spesso viene dato per scontato, e cioè il bisogno di tutti gli operatori scolastici di proporsi in maniera nuova per rispondere adeguatamente alla grande sfida antropologica odierna. Una sfida che è la stessa di sempre, ma che oggi ha caratteristiche drammaticamente nuove e che perciò interroga in maniera nuova chi ha veramente a cuore il destino delle nuove generazioni.
Una delle sollecitazioni più pressanti del sinodo è stata l’urgenza di un ascolto reale di tutta la realtà con cui abbiamo a che fare. Ecco appunto l’importante passo che ci stiamo apprestando a fare. Assieme a tutta una serie di iniziative volte a coinvolgere tutti nell’urgenza educativa attuale, è emerso in maniera impellente il bisogno di un dialogo reale fra tutti coloro che sono impegnati nelle strutture educative perché la proposta fatta a bambini e giovani non sia appena l’applicazione di uno schema, ma anzitutto un aiuto ad aprirsi a tutta la realtà, per coglierne il valore e muoversi in essa non con un atteggiamento di difesa quanto piuttosto con il desiderio di scoprirne la positività. Da un certo punto di vista questa prospettiva è più impegnativa soprattutto per i docenti, ma anche più affascinante perché sollecita ad un atteggiamento di permanente scoperta, che fa percepire la proposta educativa non più come meccanica ripetizione ma reale novità. E siccome l’essere umano è costitutivamente proteso alla novità, una ipotesi educativa di questo genere non può non essere percepita come aiuto alla crescita di vere e grandi personalità umane. L’intensificazione del dialogo tra coloro che sono coinvolti in prima persona nel “rischio educativo” mi pare che debba essere guardato non come la meccanica soluzione di tutti i problemi, quanto piuttosto come l’indicazione di una strada importante e di lieto auspicio.
Don Pierpaolo Pasini,
direttore Ufficio diocesano per la pastorale scolastica
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