La prima settimana di operatività del Cau di Imola all’ospedale vecchio si chiude tra i numeri diffusi dall’Ausl e polemiche.
Dalla sua attivazione, avvenuta alle due del pomeriggio del 21 dicembre, fino alla chiusura delle 20 del 27 dicembre, il nuovo Centro Assistenza e Urgenza situato al Padiglione 15 dell’ospedale vecchio di Imola «ha accolto 412 persone, con una media di circa 60 persone al giorno, ma con punte nel periodo festivo tra il 23 ed il 26 dicembre, con il picco di 95 accessi in 12 ore sabato 23 dicembre. L’attesa media nel periodo è stata di 2 ore e 10 minuti» si legge nei numeri diffusi dall’Ausl di Imola, che sottolinea come «il 17% delle persone si è allontanato spontaneamente prima della visita» e che «tutti si sono recati al Cau di propria iniziativa e non su consiglio di un altro medico o del pronto soccorso».
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Tuttavia non mancano le polemiche sulla nuova struttura dedicata a garantire la copertura medica e infermieristica per bisogni di salute non di emergenza, sgravando così il pronto soccorso dagli accessi a codice bianco e verde non urgenti (che per Imola superano ogni anno quota 20 mila).
«La situazione emersa nei primi giorni di attività del Cau sta evidenziando tutti quei problemi che avevamo anticipato – sottolinea Daniele Marchetti, vicepresidente della commissione sanità della Regione Emilia-Romagna e capogruppo leghista a Imola, che ha lanciato anche un’indagine social per raccogliere pareri ed esperienze -. Pazienti rispediti a casa allo scoccare dell’orario di chiusura, altri rimbalzati al pronto soccorso, dove ovviamente non si troverà una via prioritaria, per non parlare poi della mancanza di parcheggi gratuiti, se non quei cinque posteggi ricavati in fretta e furia con un’ordinanza provvisoria (che scade a fine gennaio 2024, salvo eventuali proroghe del Comune, ndr)».
Rispetto al primo punto, nel comunicato dell’Ausl Imola sulla prima settimana di apertura del Cau è riportato che sono «due i pazienti trasferiti (ovvero trasportati con mezzi dell’Ausl Imola, ndr) dal Cau al pronto soccorso, 11 quelli invitati ad accedere successivamente all’ospedale per un approfondimento specialistico, mentre tutti gli altri sono stati curati e rinviati al medico di famiglia per il proseguo del percorso».
Vi è inoltre chi, come lo stesso Marchetti, aveva sottolineato le difficoltà legate alla collocazione del Cau all’ospedale vecchio e non al Santa Maria della Scaletta, dove è situato il pronto soccorso. «Una scelta errata e disfunzionale» l’aveva definita l’ex candidata sindaca Carmela Cappello, «se l’obiettivo è realmente quello di migliorare la presa in carico e le condizioni di lavoro degli operatori sanitari, sarebbe stato più opportuno collocarlo accanto al pronto soccorso» rimarcava Marchetti.
Il direttore dell’Ausl Imola, Andrea Rossi, aveva difeso in un’intervista al nostro settimanale (numero del 21 dicembre) le ragioni di questa decisione: una normativa («nei documenti di programmazione regionale è scritto chiaramente che la localizzazione dev’essere territoriale e non ospedaliera») e tre motivi pratici. Ovvero una «maggiore prossimità ai bisogni dei pazienti non urgenti, l’ospedale deve rispondere alle necessità acute»; secondo «abbiamo già tentato in passato di creare un centro dedicato ai codici bianchi e verdi all’interno dell’ospedale. Ma è stato un fallimento, la gente si recava direttamente al pronto soccorso» e, terzo e ultimo punto, «l’efficienza. Per rispondere alle patologie i cui esiti dipendono dal tempo non importa dove ti rechi, importa semmai chiamare il 118. Sarà il 118 stesso a indirizzarti al posto giusto e, quasi mai, sarà il pronto soccorso».
Le principali cause per cui le persone si sono recate al Cau sono stati sintomi da malattie stagionali (febbre, tosse, mal di gola, raffreddore, …), che hanno rappresentato il 52% degli accessi, seguiti da richieste di prescrizioni (10%); dolori agli arti (6%), disturbi dell’orecchio (5%), dolori addominali, diarrea e vomito (5%), disturbi dell’occhio o della vista (3,5%), controlli per ferite e medicazioni (2,5%), lesioni (2,5%), lombalgia (2%), traumi (1,2%), mal di testa (1%), etc.
Quali sintomi? Risponde l’Ausl
In occasione dell’apertura, l’Ausl ha stilato un elenco di sintomi «per i quali rivolgersi al Cau, invece che recarsi al pronto soccorso». Ovvero: mal di testa, cefalea, emicrania lieve-moderata; disturbi della vista; occhio rosso con secrezioni, congiuntivite; dolore all’occhio; trauma occhio senza disturbi della vista; irritazione da lenti a contatto; riduzione dell’udito, tappo di cerume; dolore orecchio; corpo estraneo orecchio; dolore alle articolazioni; contrattura muscolare; mal di schiena, lombalgia; diarrea (senza sangue); disturbi anali; dolore addominale (con dolore lieve-moderato); nausea e/o vomito ripetuto; dolore fianco (tipo coliche renali); bruciore e difficoltà a urinare; ostruzione o sostituzione di catetere vescicale; sangue al naso; mal di denti; problemi post-estrazione dentaria; agitazione in stato ansioso già conosciuto; torcicollo; febbre; tosse, raffreddore, mal di gola; medicazioni e rimozioni punti; piccole ferite; prurito, arrossamento o tumefazione della cute; punture di insetto, morso di animale; traumi lievi (piede, caviglia, ginocchia, gomito, polso, mano); ustioni minori e solari; variazione glicemia; variazione pressione arteriosa.
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