5, Febbraio, 2025

Vino, cucina, arte e «il mio diario della malattia», l’imolians Marcello Muiesan tra la Romagna e Londra

Dall'Itis a Londra, dove ha lavorato anche per Bruno Barbieri, Marcello Muiesan si racconta: «Nel libro le difficoltà del mio percorso terapeutico»

Ed eccoci con un nuovo imolese all’estero residente a Londra: si tratta di Marcello Muiesan, madre imolese e padre nato a Pirano, sulla costa slovena, quando la zona faceva ancora parte del territorio italiano.
Marcello nasce a Verona nel ’71, suo padre è Lucio, talentuoso calciatore, attaccante, che ha giocato nella massima serie con Roma, Bologna e in varie altre squadre, e ora risiede ad Arezzo. Tanti gli spostamenti per la famiglia Muiesan, e il piccolo Marcello muove i suoi primi passi a Bari, a Roma, a Reggio, fino ad approdare poco dopo i cinque anni a Dozza. Cresce tra Dozza e Imola, dove si diploma all’Itis, e segue le orme del padre, giocando nel Castello Calcio, ma a 21 anni è costretto a lasciare l’attività sportiva a causa di un infortunio ad un ginocchio. Dopo essersi iscritto alla facoltà di Economia a Bologna, entra per qualche anno nell’Arma dei Carabinieri dove rimane sino al 1997, dopo di che parte per Londra per seguire in estate corsi di grafica: ma a Londra decide di restare e vi risiede da ormai sei lustri. «Ho ereditato la passione per la cucina dalla mia nonna paterna, triestina. A Londra ho iniziato a lavorare in sala in importanti ristoranti, accanto a chef stellati e non, appassionandomi sempre più all’arte dei fornelli. Ho lavorato come maître con Bruno Barbieri e successivamente in un wine bar».
Oltre ai corsi di grafica Marcello segue quindi le sue innate passioni, arte e cucina, mettendo a frutto le basi apprese, che gli sono servite per sviluppare la sua creatività ai fornelli. Nel 2005 diventa co-proprietario di un’agenzia grafica e di web design, studia per diventare sommelier e dal 2007 si dedica alla ristorazione arrivando a gestire ristoranti di alta cucina. Apre una società di importazione di vini di qualità, Il Tastevin LTD, e l’e-commerce www.wineandtruffle.co.uk, che fa da tramite anche per offrire i suoi servizi di chef privato e organizzazione di cene-evento (persino in un ristorante su una barca) oltre all’importazione di vini di piccoli produttori di nicchia e di tartufi freschi. I suoi diversi talenti come pittore, chef, sommelier e imprenditore incarnano una vita dedicata alla creatività, all’innovazione e alla ricerca incessante dell’eccellenza.
È la pandemia a lasciargli il tempo per dedicarsi alla pittura: «Dipingevo da autodidatta, un conoscente che compra e vende opere ai musei mi ha spinto a proseguire. Ho cercato di esprimere sulle tele la mia creatività, così come lo faccio nei miei piatti: le due cose sono molto collegate e terapeutiche, mi distolgono dai pensieri, dai miei problemi».
Quali pensieri? Purtroppo, nel settembre del 2022, Marcello ha avuto una brutta sorpresa: era in vacanza in Italia quando si è presentato un problema. Un linfonodo nel collo. Decide comunque di ripartire per Londra dove inizia una sorta di calvario fatto di visite oncologiche, Tac, esami, ecografie, risonanze, Pet, elettrocardiogramma, radiografie e una lunga serie di cicli di immunoterapia e chemio in pillole per curare le metastasi che avevano raggiunto altre parti del suo organismo. Un percorso ancora non concluso, con cure che gli hanno prodotto svariati effetti collaterali. Marcello non molla, e durante gli ultimi due anni, tra una terapia e l’altra, riesce a dipingere. Anche nei momenti duri partecipa a mostre d’arte e vende i primi quadri.
Tiene un diario, giorno per giorno scrive le sue riflessioni, racconta cosa gli sta succedendo, il suo modo di affrontare le cose: «Da questo diario è nato un libro, un self publishing con Passione Scrittore, intitolato 283 giorni, Diario di un malato di cancro: parla dei miei primi 283 giorni di immunoterapia, dalla depressione e sconforto dei primi mesi fino ad arrivare alla ritrovata voglia di vivere dei giorni finali, nonostante il percorso per guarire non sia finito. Tutto quello che c’è nel mezzo è forza, solidarietà e voglia di vivere».
Determinazione, speranza e voglia di non mollare per affrontare la sfida contro il cancro, in particolare il melanoma: «Non c’è montagna che non possa essere scalata, non c’è ostacolo che non possa essere superato, e il segreto per farlo è nella nostra testa; se la regoliamo sulle onde giuste, non c’è niente che può fermarci».
A sostenerlo, le telefonate di suo padre e di suo fratello, gli amici di Londra, quelli di Dozza e di Imola, con cui è sempre in contatto; alcuni di loro sono anche volati a Londra a trovarlo. Marcello è riuscito, nonostante tutto, a ‘scendere’ un paio di volte in Italia per incontrare amici ed affetti, combattendo con gli effetti collaterali: «Insieme possiamo superare ogni ostacolo e ispirare speranza negli altri. Ho pensato che questo libro potrebbe essere di aiuto a chi si trovi nella mia situazione».


© Riproduzione riservata

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